"Ok al biodigestore, ma non così"

Sebastianelli dopo la stoccata di Feronia: "Ho sempre parlato di un impianto di piccole dimensioni"

Migration

di Sandro Franceschetti

Il sindaco Sebastianelli, tirato in ballo dalle dichiarazioni dell’amministratore delegato di Feronia, Francesco De Angelis, non ci sta a passare per quello che aveva inizialmente ‘incoraggiato’ il biodigestore di Barchi. De Angelis aveva detto infatti che "tutte le fasi progettuali, le tecnologie impiegate e la dimensione dell’impianto erano state valutate preliminarmente e in modo positivo dal sindaco".

"Fin dal 2017, nel programma elettorale – replica però il primo cittadino -, avevamo indicato due punti ben precisi: la realizzazione di un impianto per il trattamento dell’organico prodotto nel nostro comune (circa 500 tonnellate all’anno) e lo studio di fattibilità per la tecnica del ‘landfill mining’ (letteralmente ‘estrazione dalla discarica’, ndr) per bonificare l’ex discarica di Barchi. Entrambi i progetti erano nell’ottica di abbattere i costi che oggi gravano sui nostri cittadini. Nel 2018 un professionista e un politico mi contattarono per illustrarmi un progetto di un operatore economico per un digestore da 40mila tonnellate a Cerbara, in un’area classificata residenziale. A quel punto, ho esposto ai due interlocutori quanto avevamo scritto nel programma e cioè l’idea di realizzare un microimpianto di digestione anaerobica per trattare la forsu (frazione organica) prodotta a Terre Roveresche, o al massimo quella dei comuni proprietari dell’ex discarica Ca’ Rafaneto (circa 3.000 tonnellate) e trovare una sinergia per risolvere il problema del post-mortem della discarica stessa, che pesa per oltre 800mila euro all’anno sulle casse dei comuni".

"Gli interlocutori, però, hanno ribadito che l’impianto da realizzare doveva essere di almeno 40.000 tonnellate. E un impianto tale non ha nessun legame col territorio e, conclusi dicendo, che se mai fosse stato presentato un progetto per ottenere l’autorizzazione, il Comune di Terre Roveresche lo avrebbe valutato in maniera scrupolosa e scientifica avvalendosi di esperti e posi come condizione imprescindibile che la struttura fosse di piccole dimensioni, alimentato con la frazione organica (forsu) locale". Dopodiché è stato presentato in Provincia, da Feronia "un progetto su un’area agricola privata senza servizi e rete del gas metano, con una viabilità non idonea, alimentato da forsu del quale non si conosce la provenienza, con una capacità superiore a quella necessaria e che prevede l’utilizzo della tecnologia della liquefazione del metano prodotto (usata nelle raffinerie). Per queste e altre motivazioni, tutte riportate negli atti già approvati dal sottoscritto e dal consiglio comunale – aggiunge Sebastianelli -, abbiamo detto ‘no’, e continueremo a farlo, a questo progetto senza senso".

"Un progetto – continua il sindaco – che non ha nessun punto d’incontro con la nostra idea di gestione dei rifiuti, che non tutela ambiente e cittadini ed è basato solo sulla logica del profitto. Un amministratore deve cercare soluzioni sostenibili e che risolvono i problemi. Allo stesso tempo, un amministratore ha anche l’obbligo di dire ‘no’, se il progetto presentato non rispetta i diritti dei cittadini. E oggi il nostro è un ‘no’ ancora più fermo, vista l’azione scorretta che sta portando avanti il Comune di Fano insieme a soggetti privati, che vorrebbe far diventare le Marche – conclude – la discarica di altre parti d’Italia".