Spunta una zia dall’Egitto "A me il figlio di Anastasiia"

La sorella di Alashri chiede l’affidamento, ma è ormai fuori tempo massimo. Intanto l’omicida si difende: "Lei voleva uccidermi, è arrivata con un coltello"

Anastasiia Alashri

Anastasiia Alashri

Fano, 8 febbraio 2023 – “Anastasia voleva uccidermi, mi ha attirato in casa dicendo che doveva prendere delle cose. Era armata di coltello. Voleva eliminarmi per ricostruirsi una nuova vita col suo nuovo compagno. Io gli ho strappato di mano la lama, mi sono solo difeso". Questa la versione che Moustafa Alashri ha dato davanti al magistrato dell’accusa lo scorso 13 gennaio in carcere a Villa Fastiggi.

Un interrogatorio chiesto dallo stesso 42enne di origini egiziane a distanza di due mesi esatti da quella domenica in cui ha colpito a morte la moglie Anastasia, 23enne ucraina, mamma del loro bimbo di 2 anni, ha infilato il corpo in un trolley per poi nasconderlo in mezzo a un campo, sotto dei rami, vicino a Villa Giulia, resort sulle colline tra Fano e Pesaro, dove lunedì all’alba è stata ritrovata dopo intense ricerche di carabinieri del nucleo investigativo di Pesaro e Urbino, della compagnia di Fano, degli agenti della polizia locale e dei vigili del fuoco.

“Ma abbiamo anche chiesto di avere accesso ai telefonini e al computer personale del mio assistito – spiega il difensore di Moustafa, l’avvocato Matteo Longo del foro di Bologna – lì dentro ci sono elementi difensivi importanti che danno riscontro di come lui fosse maltrattato da Anastasia e non il contrario".

E intanto, sempre tramite Longo, si è fatta avanti ieri dall’Egitto la sorella di Alashri, per chiedere l’affidamento del nipote Adam. Ma è arrivata tardi. "Il procedimento ormai è estinto – spiega l’avvocato Roberta Giuliacci che assiste i famigliari di Anastasia – Adam è stato affidato alla nonna Elina che è stata nominata tutore dal Tribunale di Pesaro e la prossima settimana verrà a giurare. Questa zia è arrivata fuori tempo massimo, tra l’altro non ha mai conosciuto il bambino e neppure Anastasia. In Ucraina stanno procedendo le pratiche per l’adozione del piccolo Adam. Lui non verrà in Italia con la nonna. Va all’asilo, sta bene, è tranquillo nella città d’origine della mamma, Uzghorod, dove la guerra per fortuna non è arrivata".

Sul fronte delle indagini, quindi, mancano ancora alcuni tasselli prima di arrivare a una conclusione. E tra queste, pesano anche le richieste avanzate dal difensore di Moustafa.

"Siamo certi che dai dispositivi del mio assistito emergeranno riscontri determinanti – continua l’avvocato Longo – i fatti non sono come sono stati descritti. Lui si è difeso". E Anastasia ha subito una tragica fine. E Moustafa ha tentato la fuga, smascherata dal fiuto dei militari pesaresi che lo hanno individuato e arrestato alla stazione di Bologna.

"Ha avuto paura – giustifica Longo – come prima reazione, ha tentato di scappare. Ma abbiamo le prove che lui era la vittima dei maltrattamenti di Anastasia.