Omicidio di Anastasiia, spunta il vocale di lei: "Mamma ho paura, prendi il mio Adam"

Una settimana prima di essere uccisa aveva inviato un messaggio a Elina in cui diceva che voleva mandare il figlio in Ucraina. Temeva per il suo bambino

FAno, 2 dicembre 2022 - Un vocale inviato alla mamma, una settimana prima di essere uccisa, in cui le diceva che voleva mandarle Adam in Ucraina perché temeva che Moustafa potesse fare male anche al loro bambino. È il messaggio audio che ieri mattina è stato messo sul tavolo del Tribunale dei minorenni di Ancona chiamato a decidere sulla richiesta di affidamento del nipote presentata da nonna Elina, la madre di Anastasiia, la 23enne ucraina uccisa domenica 13 novembre dal marito di origini egiziane Moustafa Alashri, di 42 anni. Un elemento che il legale di Elina, l’avvocato Roberta Giuliacci, considera determinante. "Dimostra chiaramente la volontà di Anastasiia – spiega – e prova il legame del bimbo con la nonna e con il suo paese di origine. È lì, con la famiglia materna che Adam deve tornare. È quello che stamattina (ndr ieri per chi legge) hanno ribadito le mie assistite davanti ai giudici che le hanno interrogate, hanno chiesto loro come vivono in Ucraina, quello che fanno e tanto altro. Lo stesso presidente del collegio ha detto che il bimbo non ha alcun legame col territorio italiano".

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Anastasiia uccisa a 23 anni
Anastasiia uccisa a 23 anni

Il Tribunale però non ha ancora deciso. "Prima della pronuncia – continua Giuliacci – i giudici vogliono fare altri accertamenti: attendono una relazione da parte dei servizi sociali ucraini sulla famiglia di Anastasiia. Intanto hanno quella dei servizi sociali di Fano che hanno espresso un giudizio molto positivo su come Elina si sta occupando del nipote in questi giorni in cui lo vede quotidianamente e nel week end dorme con lei". Nessuna richiesta di affido è arrivata invece dai parenti egiziani di Moustafa, il quale durante l’udienza, ha sostenuto che il figlio potrebbe crescere sia in Italia che in Egitto con la sua famiglia. "Ma se Adam non ha mai conosciuto nessun parente di Moustafa – sottolinea il legale – c’è questa zia che non ha mai visto. E comunque Moustafa ha diffamato con parole molto forti Anastasiia e la sua famiglia". "Il presidente Capezza ha più volte ribadito che l’unico obbiettivo del Tribunale – interviene l’avvocato Silvia Montesi, tutore di Adam - è quello di garantire al bambino un futuro sereno e pieno di affetti. Intanto, invierò subito richiesta alla prefettura per l’accesso al fondo di rotazione per la solidarietà agli orfani per crimini domestici".