Omicidio Iatesta, 30 anni a Gino Ruggieri

Il 9 dicembre 2014, a San Filippo sul Cesano, l'uomo uccise la moglie, Rossella Iatesta, fracassandole il cranio perché lei voleva rifarsi una vita

Gino Ruggieri, 48 anni

Gino Ruggieri, 48 anni

Fano, 28 aprile 2016 - E’ stata inflitta una pena di 30 anni, equivalente all’ergastolo del rito ordinario, a Gino Ruggieri, il 50enne di San Filippo sul Cesano, (nel Comune di Mondavio) che il 9 dicembre 2014 uccise la moglie Rossella Iatesta, di 46 anni, fracassandole il cranio a colpi di bastone al culmine di un litigio causato dalla volontà della donna di lasciarlo e di rifarsi una vita con un altro uomo residente a San Severino Marche.

La sentenza emessa oggi pomeriggio dal giudice Giacomo Gasparini del Tribunale di Pesaro, al termine del procedimento con rito abbreviato, ha riconosciuto Ruggieri colpevole di omicidio volontario con le aggravanti della crudeltà e della familiarità, accogliendo in pieno le richieste del pubblico ministero Sante Bascucci. La difesa, rappresentata dall’avvocato Diego Dell’Anna, invece, puntava sull’omicidio preterintenzionale, privo, cioè, del chiaro intento di uccidere.

Il giudice ha anche condannato Ruggieri ad un risarcimento di 600mila euro nei confronti del figlio non ancora undicenne, costituitosi parte civile. L’imputato era in aula e a pochi metri da lui c’erano anche il padre della vittima Francesco (che il giorno della tragedia rinvenne il corpo della figlia in una pozza di sangue vicino all’ingresso di casa), i fratelli Ferdinando e Donato e la moglie di quest’ultimo Anna. Proprio Donato e Anna, da quel drammatico 9 dicembre 2014 si prendono cura del bambino di Rossella e Gino e recentemente il Tribunale dei Minori di Ancona ha attribuito loro sia l’affidamento che la tutela.

Il piccolo, che compirà 11 anni il 9 settembre prossimo, vive con la coppia e le sue tre figlie a Biccari, un paese del foggiano di 3mila anime da cui Rossella, da ragazza, era partita per le Marche con il suo carico di speranze e senza certo immaginare che il suo sorriso un giorno sarebbe stato spento per sempre dalla furia assassina di chi diceva di amarla.