ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Omicidio Talamelli. Racconto choc dei figli: "Voleva avvelenarci"

"Mamma mi mise acido muriatico nel panino e psicofarmaci nel caffè". A processo Sfuggiti che uccise la moglie nel novembre 2023. .

"Mamma mi mise acido muriatico nel panino e psicofarmaci nel caffè". A processo Sfuggiti che uccise la moglie nel novembre 2023. .

"Mamma mi mise acido muriatico nel panino e psicofarmaci nel caffè". A processo Sfuggiti che uccise la moglie nel novembre 2023. .

di Antonella Marchionni

"Mi aveva messo l’acido muriatico nel panino, gli psicofarmaci nel caffè e mi aveva anche preso a coltellate. Ce l’aveva con me. Non potevo usare il bagno ed ero costretto a usare una bottiglia. Negli ultimi 15 anni non mi dava neanche da mangiare. Una volta per difendere mio padre che veniva picchiato con un bastone mi ha preso a calci e mi ha morso il braccio. Era indemoniata". Luca Sfuggiti, 49 anni, è uno dei due figli di Rita Talamelli, la 66enne uccisa nella sua casa di Fano il 20 novembre 2023 dal marito Angelo Sfuggiti, 70 anni. Insieme al fratello Stefano è stato ascoltato ieri mattina in corte d’assise. Stefano e Luca Sfuggiti, figli della donna e dell’imputato, ex titolare di una pizzeria, hanno descritto lo scenario familiare di enorme sofferenza in cui è maturato il delitto. Davanti al giudice anche il fratello dell’imputato, Marziano Sfuggiti.

Angelo Sfuggiti, difeso dall’avvocato Susi Santi, è accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare e attualmente si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Fano, la stessa in cui è stato compiuto il delitto, e che condivide insieme ai figli. Quella mattina di due anni fa aveva stretto un foulard al collo alla moglie sorprendendola alle spalle. Dopo l’uccisione aveva trascinato il corpo in camera da letto coperto con un asciugamano. Aveva poi assunto dei farmaci e si era disteso sul letto. Il ritrovamento era avvenuto da parte di uno dei figli che, in serata, era rientrato in casa e aveva chiamato i soccorsi. Da lì erano partite le indagini coordinate dal pm Marino Cerioni e condotte dalla squadra mobile della polizia.

"Negli ultimi periodi mia madre era inavvicinabile. Picchiava mio padre anche con il manico della scopa senza che lui alzasse verso di lei neanche un dito. Io e mio fratello vivevamo nel seminterrato, lui tornava di sopra in camera solo per dormire ma, per paura di lei, si chiudeva a chiave e tutt’ora di notte inchiava la porta dall’interno perché la paura gli è rimasta – racconta Stefano, il figlio minore, 45 anni –. Mia madre demoliva il patrimonio familiare con il suo shopping compulsivo. Dopo la sua morte abbiamo trovato in casa circa 25 sacchetti di vestiti nuovi che aveva acquistato e decine e decine di boccette di profumo, spendeva senza ritegno. Ha cercato di avvelenare mio fratello, gli sputava nei vestiti. Ho provato a portare mio padre fuori da quella casa ma lui non voleva. Lei era un pozzo senza fondo e noi dovevamo lavorare, solo questo era l’importante. Noi venivamo visti come il nemico numero uno, come quelli che gli impedivano di fare quello che voleva. Mi sono trovato a fare due lavori per portare a casa più soldi possibile. Ero costretto a prendere farmaci per dormire, mi gridava di punto in bianco senza motivo. Non ci è mai stato dato un aiuto adeguato. Diverse volte abbiamo chiamato anche le forze dell’ordine ma mio padre la copriva sempre. Lui era catatonico, non riusciva a prendere decisioni. I soldi non bastavano mai, quando non aveva quello che voleva sbaraccava tutto per terra". La prossima udienza è prevista per il 17 settembre con l’esame del ctu nominato dal giudice, Renato Ariatti, che ha 90 giorni di tempo per effettuare una perizia psichiatrica sull’imputato.