TIZIANA PETRELLI
Cronaca

“Picchiato e rapinato da due mascherati”: il racconto choc di un artista

A San Lazzaro, domenica notte, Manolo Magnabosco dice di essere stato “minacciato con un coltello e derubato delle 3 borse che avevo con me”. Naso rotto, labbra spaccate, lividi vari: un pestaggio lungo 7 minuti. Le indagini degli inquirenti si concentrano sul movente

La vittima ha fatto la sua denuncia alla polizia. Che ora sta cercando di capire cosa possa aver fatto scaturire quella violenza: il movente della rapina legata al contenuto delle borse è da verificare

La vittima ha fatto la sua denuncia alla polizia. Che ora sta cercando di capire cosa possa aver fatto scaturire quella violenza: il movente della rapina legata al contenuto delle borse è da verificare

Fano, 3 agosto 2024 – ‘Arancia meccanica’ a San Lazzaro. Domenica di paura, nel centro commerciale del Cubo, dove un 52enne fanese ha raccontato di essere stato picchiato sotto minaccia di un coltello e derubato di tutto quello che aveva, da due balordi mascherati. “L’altra notte - racconta Manolo Magnabosco, artista fanese che si divide tra musica e comicità - tra l’una e mezza e l’una e tre quarti sono stato pestato e derubato (ma assai più pestato) di tutto da due figuri con outfit e maschere da serie tv Marvel/horror”. Questa volta però non scherza, il comico. Naso rotto, labbra spaccate, un occhio da cui non vede più bene, gambe segnate dalle escoriazioni e un braccio tutto un livido.

È una violenza inaudita quella che ha subìto e subito denunciato alle forze di polizia, che ora indagano sull’accaduto con l’ausilio delle telecamere di video sorveglianza della zona. Era infatti solo, a quell’ora, Manolo. È stato picchiato per 7 lunghi minuti da due individui travisati che hanno infierito su di lui anche quando era ormai a terra. Tutto per rubargli le tre borse che aveva con sé. “Tutta roba di poco valore - spiega in un post pubblicato online nella speranza di ritrovare un braccialettino d’argento a cui era legato -, qualche oggetto di grande valore affettivo e il portafoglio con tutti i documenti….”.

Dopo averlo lasciato a terra, gli aggressori sono saliti in auto e dal parcheggio del Conad sono partiti a tutta velocità verso via Pisacane dove all’altezza della Tim, poco dopo, un passante avrebbe visto volare dal finestrino di un’auto uno zainetto che però non è stato più ritrovato.

In quei lunghi minuti a terra Magnabosco ha avuto la forza di gridare e chiedere aiuto. “Non voglio mai più sentire né vedere scritto da chicchessia ACAB et similia - sottolinea con un senso di gratitudine nei confronti della Polizia che lo ha immediatamente soccorso - non solo perché sono stati tempestivi e a dir poco squisiti e certosini nel curare i maniera rapidissima anche il più insignificante dettaglio del mio caso, ma perché occorre ricordare una volta per sempre che le vere teste di c… sono quelle che hanno continuato a prendermi a calci e cazzotti mentre ero a terra senza più poter reagire”.

Non si piange addosso e reagisce Magnabosco. “Si può solo andare avanti - conclude l’uomo -. Non mi sento traumatizzato e non ho paura di uscire per questo. Ma prenderò uno spray al peperoncino. Ora sono dal medico: mi hanno tolto i tamponi dal naso e al momento mi sta solo preoccupando l’occhio da cui vedo ancora annebbiato nonostante siano passati dei giorni e abbia preso tante medicine”.