Fano, posta foto con scritta oscena e l’amica lo denuncia. Ma è tardi

Fotografo prosciolto: la ragazza si è mossa due anni dopo

Gli autori dei post spesso non si rendono conto della portata delle offese (Foto Ansa)

Gli autori dei post spesso non si rendono conto della portata delle offese (Foto Ansa)

Fano, 8 giugno 2018 - Le avevano disegnato un membro sulla schiena, fatto una foto e pubblicato quello scatto su Facebook. Con didascalia: "Simona (nome di fantasia) loves penis". Pensavano di aver fatto una goliardata come tante. Ma a lei, una ragazza di Fano, all’epoca ventenne, ritrovarsi sbattuta sul social con quel tatuaggio a penna a sua insaputa e soprattutto quella scritta, non era affatto piaciuto. Così si è rivolta a un legale e ha denunciato l’autore del post, un fotografo di Fano, M.C., classe ’90, per diffamazione. Ma non solo per quella foto.

La ragazza aveva posato per l’amico (ora ex amico) come modella per alcuni nudi artistici. E anche quegli scatti erano stati caricati sul profilo del fotografo. Finito a processo nei giorni scorsi, M.C. (difeso dall’avvocato Francesco Manisi) è però uscito indenne dai guai giudiziari. A salvarlo dal capo di imputazione sui nudi è saltata fuori una liberatoria firmata dalla stessa giovane che autorizzava il fotografo, tra i vari usi, anche alla pubblicazione del suo lavoro.

La giovane aveva rimosso dalla memoria di aver dato quel suo assenso scritto, emerso nel corso del processo. Il pm Federica Guarrella ha chiesto così l’assoluzione (a cui si è associato anche il difensore della ragazza, costituitasi parte civile con l’avvocato Simone Soro) e il giudice Paolo De Luca l’ha accolta. L’accusa ha invece insistito per l’altra foto (quella del fallo) e chiesto 1000 euro di multa per diffamazione.

Ma il giudice ha prosciolto il fotografo per difetto di procedibilità. Perché i fatti risalgono al 2013 e la ragazza ha sporto querela solo nel 2015. A suo dire, non appena fosse venuta a conoscenza di quel post. Peccato però che i testimoni hanno detto che lei lo avesse visto subito dopo la pubblicazione. Querela tardiva. E imputato prosciolto. Ma almeno, il fotografo ha fatto sparire lo scatto dal suo profilo.