Fano, furti e rapine in villa tra Romagna e Marche. Sgominata una banda / FOTO

Cinque arresti e due denunce nell'operazione Fake Lupen. Ecco chi è finito nei guai

Una stanza visitata dai ladri

Una stanza visitata dai ladri

Fano (Pesaro e Urbino) 11 luglio 2018 - Arrestata dai carabinieri di Fano e Riccione, un'efferata batteria di ladri, di nazionalità albanese. Sotto la lente degli investigatori furti in casa e diverse rapine in villa tra MarcheRomagna. Cinque arresti per associazione a delinquere e due denunce in stato di libertà nei confronti di due favoreggiatori. Entrambi fanesi, uno di nascita e l'altro d'adozione.  II 10 luglio scorso, infatti, i carabinieri dei nuclei operativi delle compagnie di Fano e Riccione hanno arrestato T.M. 34enne, D.E. 25enne, S.B. 26enne, C.A. 29enne ed A.L. 41enne; i primi quattro sono disoccupati, senza fissa dimora, con precedenti specifici ed irregolari sul territorio nazionale mentre A.L., pluripregiudicato disoccupato con regolare permesso di soggiorno, è colui che ha suggerito il nome Fake Lupen all’indagine. Infatti Lupen è il nome vero che si era attribuito con una variazione anagrafica nel suo paese di origine.

Ritornando alle indagini: T.M., D.E., S.B., C.A. erano già stati arrestati dall'inizio di gennaio scorso quando al termine di una rocambolesca operazione (ripresa col cellulare da un 21enne che l'ha poi pubblicata su Facebook, salvo poi cancellarla su suggerimento di tanti internauti) in via del Carmine a Gimarra, effettuata dai carabinieri di Riccione, supportati dai colleghi di Fano. Il gip aveva confermato i fermi e disposto la custodia cautelare in carcere per tutti e quattro, dove sono stati raggiunti dalla nuova ma gemella misura cautelare. Il loro arresto, allora, rappresentò il trait d’union con un’indagine parallela, che stava conducendo il nucleo operativo della compagnia di Fano e l’avvio di una lunga ed articolata indagine condotta in collaborazione tra carabinieri romagnoli con quelli pesaresi. Le indagini del nucleo operativo di Fano erano state avviate ad inizio dicembre 2017 a seguito di numerose segnalazione giunte al 112 da cittadini che avevano notato a più riprese una vecchia Fiat Stilo blu allontanarsi dai pressi di abitazioni appena depredate. L’auto risultava intestata ad un romano con vari precedenti che, oltre a quella, ne aveva intestate altre duecento. Dopo lunghi servizi di ricerche, la Fiat Stilo è stata ritrovata nell’hinterland fanese e monitorata fino a quando alla guida è stato identificato proprio Lupen.

"Grazie a quanto sequestrato nel corso della perquisizione - ha spiegato stamane in conferenza stampa il tenente Luigi Grella -, al ritrovamento delle auto rubate usate per i furti, alle indagini tecniche con tabulati dei telefoni utilizzati dai topi d’appartamento, ai tracciati dei gps di una parte dei veicoli che avevano utilizzato e ai loro movimenti ripresi dalle registrazioni delle telecamere di video sorveglianza, l’indagine ha preso corpo. Sono stati raccolti elementi legati numerosi furti commessi in alcuni comuni della provincia di Pesaro, Rimini ed in parte Ancona". 

Determinante è stata la collaborazione dei cittadini che hanno contattato il 112 segnalando i movimenti sospetti dei veicoli o i movimenti dei malviventi, che sono stati ad esempio visti mentre saltavano recinzioni. Tanti di loro, rintracciati e convocati in caserma, hanno ricostruito esattamente le dinamiche, riconoscendo, senza timori ed esitazioni, i membri della banda tra le foto segnaletiche.

 Oltre al gruppo operativo dei cinque è stato individuato anche il loro basista e connazionale: G.K., 50enne residente a Fano da oltre vent’anni, con lavori saltuari ed un passato legato allo spaccio di cocaina. Le telecamere di sicurezza di alcune ferramenta di Pesaro e Fano lo hanno ripreso mentre più volte ha accompagnato i membri della banda ad acquistare gli arnesi da scasso usati per forzare porte finestre e per tagliare le casseforti individuate.

G.K. si è improvvisato anche mediatore con il suo amico italiano B.L., 57 anni, arrestato insieme a lui negli anni scorsi dai carabinieri di Pesaro per un giro di cocaina nella provincia pesarese. Aveva affittato ai quattro, ovviamente in nero, l’appartamento di via del Carmine dove erano stati poi fermati.

Vero e proprio basista, è stato denunciato in stato di libertà per favoreggiamento personale della batteria operativa mentre l’amico italiano per favoreggiamento, però dell’immigrazione clandestina, per aver locato l’immobile a titolo oneroso ad extracomunitari irregolari sul territorio nazionale.