Monte Giove, cenere, cera e pacchi sigillati. Riti magici sulla strada per l'Eremo?

Misteriosi ritrovamenti. L’astrologa: "Pratiche simboliche, forse per separare una coppia"

Il ritrovamento in dettaglio

Il ritrovamento in dettaglio

Fano, 5 dicembre 2019 - Una scatola perfettamente sigillata con nastro adesivo da pacchi, abbandonata sul ciglio della strada che porta all’eremo di Monte Giove, a qualche centinaio di metri dalla Flaminia. Accanto, ad alcuni metri di distanza, altri involucri, bottiglie con il collo chiuso dalla plastica fusa, lattine tappate, sempre per mezzo di nastro da imballaggio marrone. Non sembra trattarsi dei residui di un bivacco: nella cunetta non c’è spazio a sufficienza, e poi perché sigillare tutto così accuratamente? Ma soprattutto, la cosa strana, è il contenuto dello strano involucro: si tratta di una confezione svuotata di latte in tetrapak. All’interno ci sono cenere, pezzi di buccia di arancia e una scatoletta di latta. Dentro quest’ultima, anch’essa sigillata alla perfezione con nastro adesivo, spuntano alcune forme di cera impastata con foglietti di carta, una delle quali somigliante a un cuore diviso a metà da una linea scura.

Il singolare ritrovamento ha attirato l’attenzione di passanti ed escursionisti, che di solito si incamminano lungo i ripidi tornanti per raggiungere la sommità di Monte Giove. La curiosità ha così dato adito alle più stravaganti supposizioni, non ultima quella dell’abbandono di sostanze tossiche. Ma la scelta del luogo, ai margini di una strada molto frequentata da persone a piedi, poco si addice a chi vuole disfarsi di sostanze inquinanti o pericolose. Ed è il contenuto stesso del misterioso ’pacco’ a fugare ogni dubbio in tal senso.

Ma se i frati non sanno darsi una spiegazione, chi ravvede segnali ben precisi - ancorché raffazzonati - riferiti al mondo dell’occulto, è l’astrologa pesarese Paola Bernardi. Dopo avere studiato quanto ritrovato, ipotizza si tratti di un rito sudamericano, non escludendo anche la pericolosità di alcuni degli oggetti: «La collocazione degli oggetti nei pressi di un luogo sacro poterebbe avvalorare l’ipotesi di riti magici», spiega l’esperta, che precisa: «La simbologia richiama i riti voodoo, essendo presenti alcuni dei segni caratteristici di queste pratiche: l’uso delle candele, che richiama gli spiriti a cui si rivolge l’invocazione, è indicato dalle forme di cera, forme che rappresentano parti del corpo umano. In questo caso il cuore simboleggia l’organo che si deve colpire, in senso metaforico, accostato dai colori delle altre due forme di cera: il blu e il rosso, che significano, in alcuni rituali, rispettivamente l’amore e il potere. Non è da escludere quindi un rito volto a separare una coppia, considerato anche il segno di una linea nera sul cuore. Ma appare evidente – osserva ancora l’astrologa – la realizzazione in modo del tutto arbitrario, quasi raffazzonato, rispetto alla norma, che invece impone sequenze ben precise e che prevedono che i resti, concluso il rito, vengano sepolti, mentre invece sono stati solo racchiusi negli involucri abbandonati». Insomma, secondo l’astrologa, il luogo ’mistico’, l’entità dei ’reperti’, il fatto che siano stati sigillati per evitare che fossero ’alterati’, avvalorerebbe l’ipotesi di un rituale ’magico’. Fatto magari un po’ alla buona, ma con l’intento evidente di richiamare le forze dell’occulto per ottenere un qualche risultato, che in questo caso sarebbe a dire il vero piuttosto deplorevole.

Tra l’altro , riguardo alle bottiglie contenenti la strana polvere e sigillate, l’astrologa esprime preoccupazione: «Non escludo, sulla base di una consultazione, che si tratti di oggetti esplodenti e dunque da segnalare alle forze dell’ordine, stando attenti a non toccarli». Il ritrovamento degli stani oggetti, stando a quanto riferito dei residenti nella zona, non sarebbe il primo. Nelle campagne intorno in passato sarebbero stati infatti rinvenuti involucri simili e sigillati nel medesimo modo.