Fano, 11 novembre 2023 – Mancano pochi giorni (al massimo due settimane) al rientro a Fano della Pala del Perugino, dopo tre anni esatti dal suo trasferimento nel laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per il restauro. E in città c’è già un grande fermento per questo evento. Non solo perché Fano si riappropria, dopo 36 mesi, di una delle opere più importanti del suo patrimonio artistico, ma anche perché lo fa dopo l’importante lavoro di recupero e ripristino a cui è stata sottoposta (per un valore di 100mila euro circa finanziati dal Ministero) e in vista di un appuntamento storico per la città della Fortuna.
C’è infatti grande attesa ovunque, per la mostra-dossier sul Perugino (in programma dal 7 dicembre al 7 aprile) che vedrà esposte nella Sala Morganti del palazzo Malatestiano di Fano tre opere del maestro di Raffaello. Ma a Fano c’è anche un grande carico di aspettative per l’evento culturale che a fronte di 120mila euro che il Comune ha investito nel suo allestimento, vede attesi in città migliaia di visitatori, con un indotto economico che si spera all’altezza di quegli arrivi.
"Ancora non sappiamo immaginare quanta gente staccherà il biglietto - spiega l’assessore alla Cultura Cora Fattori - né quali possano essere gli incassi. Ma sto notando grande interesse di tutta la stampa specializzata per la nostra mostra. E questo mi fa molto piacere. Anche perché la mostra "Pietro Perugino a Fano" pone la città di Fano al centro di una fase cruciale per la storia dell’arte, a partire dalla disamina delle ‘pale gemelle’ e più in generale dell’attività di Perugino per i committenti fanesi e del loro ruolo centrale ed emblematico. Sarà una mostra importantissima a livello nazionale".
La Pala di Durante, più conosciuta come "Pala di Fano", è infatti uno dei lavori più noti del Perugino (al secolo Pietro Vannucci, 1450 circa – 1523). Sarà protagonista di una rassegna a lei dedicata, intitolata "Pietro Perugino a Fano. Primo pictor in orbe", a cura di Anna Maria Ambrosini Massari con Emanuela Daffra, che consentirà di osservare l’opera, conoscere i resoconti dell’intervento di restauro, grazie anche a confronti con riproduzioni digitali. In particolare, quello con la cosiddetta ‘pala gemella’, realizzata per l’altare maggiore della chiesa degli osservanti di Senigallia.
"Non è una mostra che vede esposte numerose opere - sottolinea la Fattori -, ce ne sono fondamentalmente tre (la Pala, la Lunetta e la Predella) però il restauro ha dato una nuova vita a queste opere e l’allestimento la racconta".
Il restauro ha permesso infatti anche di approfondire lo studio dell’opera del Perugino, attraverso un’estesa campagna di indagini diagnostiche, radiografiche, fotografiche e multispettrali e dell’esame dei manufatti al verso, ad opera di un gruppo di lavoro multidisciplinare di restauratori specializzati, storici dell’arte, esperti scientifici e fotografi.
Sezione che accompagnerà il percorso della mostra, sarà quindi quella relativa alla documentazione del restauro, fonte di molte nuove e ulteriori acquisizioni e precisazioni. Il percorso espositivo (arricchito anche da laboratori per bambini ed un catalogo della mostra a loro dedicato), e le sue ricostruzioni virtuali e riproduzioni, racconteranno infine i momenti che comprendono l’attività fanese, quando Perugino era all’apice della carriera dopo il successo della direzione del cantiere sistino in Vaticano.