Sara Bracci, si è spenta ogni speranza

E' morta la sommelier 41enne, dopo essere rimasta in stato vegetativo per tre anni in seguito a un incidente. Lunedì il funerale

Sara Bracci, 38 anni all’epoca dell’incidente

Sara Bracci, 38 anni all’epoca dell’incidente

Fano, 1 giugno 2018 - Poco dopo le 16 di ieri pomeriggio si è spenta qualunque speranza per chi confidava ancora in un miracolo. Sara Bracci, la sommelier fanese in stato neuro vegetativo dal 9 dicembre 2015 dopo un incidente stradale (FOTO), se n’è andata nel reparto di Rianimazione del Santa Croce dove era ricoverata da lunedì. Da qualche settimana infatti le sue condizioni erano diventate estremamente critiche e in questi ultimi giorni, quanti la amavano, hanno dovuto iniziare ad accettare il fatto che «era ormai giunto il momento di lasciarla andare». Così l’amica sommelier Roberta Ridolfi nel riferire l’epilogo della tragedia di Sara e della sua famiglia, sospesa per due anni e mezzo tra la vita e la morte. I funerali di Sara si terranno funerali lunedì alle 10 nella chiesa di San Biagio a Cuccurano.

«Ironia della sorte – riferiscono gli amici – quando era andata a convivere con il suo compagno Raffaele a Pianello, Sara aveva abbandonato il suo lavoro da commessa di Intimissimi a Fano. Perché tutti noi le dicevamo che era rischioso fare ogni giorno tutta quella strada in macchina da sola. Anche per una questione di prudenza aveva scelto di dedicarsi esclusivamente al suo lavoro di sommelier, degustatrice Ais e di ambasciatrice territoriale dell’enogastronomia». Ma il destino ha voluto che la giovane (aveva allora 38 anni, è nata infatti il 17 febbraio 1977) rimanesse comunque vittima di un incidente stradale, avvenuto alle 11 di una fredda mattina di dicembre di due anni e mezzo fa, lungo la strada provinciale 29 che collega Pianello con Cagli. Praticamente dietro casa.

Uno schianto che ha mandato in frantumi una vita piena di sogni, che era appena sbocciata con l’arrivo delle prime soddisfazioni professionali e il grande amore della sua vita, Raffaele Papi sommelier e delegato Ais Urbino-Montefeltro che il mese scorso è stato eletto presidente della Pro Loco di Pianello di Cagli. Dolce, delicata, discreta, sorridente e cortese. Così la ricordano quanti l’hanno conosciuta, anche grazie alle iniziative partorite dalla sua mente fertile e appassionata: manifestazioni come la ‘Cena del Cavolo’, il ‘Gioco dell’Oca Goloso’ per i bambini e ‘La Staffetta del Bianchello’.

Molte cene di beneficenza erano state organizzate in questi ultimi mesi per permettere a Sara di ricevere le migliori cure del caso, nel centro specializzato e all’avanguardia nella riabilitazione neuro-motoria di Innsbruck. Gli amici sommelier di Marche, Toscana, Umbria e Milano avevano fatto sottoscrizioni e offerte nella speranza di poterla prima o poi riabbracciare.

Con quei soldi i primi di marzo era stata ricoverata nella clinica di Hochzirl (Innsbruck, Austria) specializzata nel ‘recupero’ di pazienti cosidetti ‘in stato di minima coscienza’. La famiglia sperava infatti di poter trovare un modo per iniziare a comunicare con Sara.

E invece il corpo della giovane fanese non ha reagito nella maniera sperata: al cambio di terapia è seguito un peggioramento del quadro clinico che piano piano ha portato la sommelier dallo stato vegetativo al coma (già ad Innsbruck) e alla morte sopraggiunta nel pomeriggio di ieri nella sua Fano dove aveva fatto ritorno non senza dover aggiungere difficoltà al suo calvario.

Sara lascia però ai suoi colleghi sommelier e alla città di Fano un’importante eredità: si chiama “Camminando sui tuoi passi” ed è l’associazione dedicata al suo lavoro di ambasciatrice territoriale dell’enogastronomia, presieduta dalla sorella Anna, nata nel febbraio scorso con l’obiettivo di riprendere tutte le attività culturali che la sommelier aveva partorito negli anni dopo aver trasformato la sua passione per il vino e i prodotti del territorio, in professione.