
A sinistra Ezio Di Levrano, a destra il suo avvocato, Salvatore Asole
di Antonella MarchionniQuattro giorni prima di uccidere la moglie aveva minacciato di volersi suicidare bevendo candeggina dopo l’ennesima discussione in cui erano volati in aria anche degli oggetti. Lo aveva fatto in piena notte, poco dopo le tre, tanto da svegliare il figlio 14enne e, davanti a lui e alla moglie, aveva detto di volersi togliere la vita. Poi si era procurato tre tagli con la lametta da barba sulla gamba destra. Emergono elementi sempre più inquietanti a margine del femminicidio commesso da Ezio di Levrano la notte tra il 6 e il 7 settembre 2024. L’uomo, di 55 anni, aveva colpito la moglie Ana Cristina Duarte Correia, di 38 anni, con otto fendenti, inflitti con un coltello da caccia di 21 centimetri.
L’udienza preliminare in tribunale a Pesaro è prevista per il 4 luglio. Ezio di Levrano, assistito dall’avvocato Salvatore Asole, dovrà difendersi dall’accusa di omicidio volontario aggravato. Quattro giorni prima dell’omicidio, secondo la ricostruzione dell’accusa, Ana Cristina aveva replicato al marito che minacciava di togliersi la vita che se ne sarebbe andata di casa perché non voleva più avere a che fare con lui. Lui le avrebbe risposto che si sarebbe tagliato le vene. E allora lei sarebbe uscita ma lui, raggiungendola, l’avrebbe presa per i capelli e minacciata dicendole che, se fosse andata via da quella casa, avrebbe chiamato i carabinieri, l’avrebbe ammazzata e si sarebbe tolto la vita. Da qui, un inseguimento mentre la donna fuggiva per le strade del paese di Saltara. Quattro giorni dopo quell’episodio Ana Cristina è stata uccisa. Le coltellate, inferte in rapida sequenza, hanno raggiunto la vittima all’addome, alla schiena, al braccio e alla coscia. Secondo la ricostruzione medico-legale la donna era viva mentre subiva la brutale aggressione. E durante l’aggressione Di Levrano avrebbe urlato parole agghiaccianti: "Str…, mi hai tradito, pensavi che io non ti facessi nulla", come riportato da una chat del figlio maggiore che, poche ore dopo, comunicava con un amico.
A rendere ancor più scioccante l’episodio è la presenza in casa dei tre figli minorenni di 14, 13 e 6 anni. Ma il femminicidio sarebbe stato solo l’epilogo di una lunga scia di violenze. A Porto Torres, dove la coppia ha risieduto per anni, Ana Cristina aveva raccontato di essere stata sottoposta a continui maltrattamenti, spesso scatenati da discussioni sulle attività economiche intestate a suo nome a sua insaputa, o dalle perdite al gioco d’azzardo del marito. Minacce di morte, oggetti lanciati in casa, mobili rovesciati, intimidazioni e minacce di portarle via i bambini e frasi del tipo: "ti ammazzo, ti faccio a pezzi, vedrai che ti distruggo la vita, tu non vai da nessuna parte senza di me, io ti faccio morire di fame, io ti distruggo". La donna aveva raccontato che, nel 2017, Di Levrano le aveva sferrato un pugno al volto, sotto gli occhi dei figli, semplicemente perché le era caduta una saliera durante la cena.