"Sei mesi a Fano, sei a Cuba: la mia vita al sole"

Euro Paterniani, 73 anni, abita alla Trave ma ’sverna’ a Cienfuegos: "Là, ho portato un po’ delle mie radici e qua un po’ di Caraibi"

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di Silvano Clappis

Euro Paterniani, 73 anni, è un fanese che ha scelto di vivere sei mesi a Fano e sei mesi ai Caraibi. Precisamente a Cuba. Lo fa ormai da 13 anni. Così la sua casa in zona Trave, richiama molto le atmosfere cubane e quella a Cienfuegos, sull’isola caraibica, ha molto di Fano e dell’Italia. Euro, come lo chiamano amichevolmente tutti, è conosciuto, non solo per il suo passato professionale all’ospedale Santa Croce, la sua attività di sindacalista nella Cgil, quella politica con due mandati da consigliere comunale e poi nella segreteria di Scriboni in Regione, quanto per essere stato fin da ragazzo un intraprendente organizzatore, un ottimo "alzatore" quando la pallavolo non richiedeva certe... altezze, e soprattutto un generoso che se può darti una mano lo fa volentieri.

Euro, cominciamo dai suoi anni giovanili al Porto.

"Già a 14 anni facevo il bagnino e in parrocchia facevo parte degli scout del mare: fummo i primi ad attivare questo gruppo. Poi la passione per lo sport, la pallavolo, con la Delfino e la Juventina, insieme a Marfori, Nicotra, Cicetti, Rivosecchi, e ancora con Bocchini, Montesi, Trappoli. Attività che ho continuato a praticare quando alle scuole superiori fui costretto ad andare a Fermo per frequentare l’Istituto tecnico tecnologico ’Montani’. Come dirigente sportivo ricordo con piacere la parentesi con la Metauro Mobili di volley femminile in Serie A, sponsor che riuscii a trovare grazie ad un prezioso suggerimento di un amico all’Agenzia delle Entrate".

La scuola lontano da casa le diede subito una prima occasione per dimostrare alcune sue capacità.

"Fermo allora era lontana e quando si doveva tornare a casa per Natale, Pasqua o in estate si perdeva un sacco di tempo nel viaggio. Così un giorno, avevo 17 anni, andai dal commendator Vitali che a Fano gestiva un servizio di corriere e gli proposi di allestire una linea ad hoc per riportare gli studenti da Fermo a Fano, fermandosi anche ad Ancona, Senigallia. L’idea fu presa a ben volere tanto che mi ritrovai ad organizzare pullman anche per Rimini, per Roma e per Bari. In ognuno avevo un compagno incaricato di gestire arrivi e partenze e riscuotere la quota".

Insomma, non è mai stato fermo...

"Già. Nel 2002 a Senigallia insieme ad altri soci acquistiamo una concessione balneare. La spiaggia Bora Bora divenne un simbolo con piscina, vasca idromassaggio, massaggi, baby sitteraggio, sfilate di moda. Non a caso la Nestlé ci scelse tra tutte le Marche per la loro promozione. Una sera per i nostri 200 clienti affittammo la discoteca Shalimar e obbligammo tutti a vestirsi di bianco. Una anticipazione della notte rosa che poi fu iniziata in Romagna".

Ma come nasce l’idea di svernare a Cuba?

"Cercavamo un paese in Sudamerica dove andare d’inverno. Un giorno al bar un amico mi ascolta e mi fa: perché non vai a Cuba. Io non sapevo neppure dove si trovava. Così all’inizio decisi di partire da solo per vedere il paese. E da lì è iniziato tutto, compreso una residenza fissa".

A proposito, basta guardare le pareti: sembra di stare a Cuba.

"Mi piace portare quadri di pittori locali, molti sono giovani che frequentano la scuola. A un deputato di Cienfuegos ho regalato un ritratto di Fidel dipinto dall’artista fanese Sergio Carboni, anche lui di casa a L’Avana. Non vado al mare, da noi la spiaggia non è bella come in altre località per turisti, così mi do da fare. Grazie al mio lavoro in ospedale, tempo fa ho organizzato uno scambio scientifico tra medici fanesi e medici di Cienfuegos. Ormai laggiù è come se mi trovassi a casa. Sono diventato anche amico di Antonio Munoz, pluricampione mondiale di baseball negli anni Settanta".

Così come continua a darsi da fare anche a Fano...

"Da un po’ di tempo in qua mi diverto a organizzare cene fra amici. Vengono tutti, politici, forze dell’ordine, medici, professionisti. Ho quattro o cinque marinai, la gelateria Pino Bar, i vini di Bruscia, ognuno paga la sua quota e si sta insieme o in riva al mare o in qualche agriturismo sulle colline".

Si avvicina il momento di partire, problemi con la pandemia?

"Quest’anno ritarderò la partenza perché il custode mi ha consigliato di aspettare che la situazione si normalizzi in quanto manca energia elettrica e c’è difficoltà a reperire generi alimentari".