Spiaggia libera ai turisti, la giunta di Fano dice no

Una lettera degli assessori per spiegare ai bagnini le ragioni della mancata autorizzazione all’ampliamento delle concessioni

Bagni Sergio a Sassonia, confinante con la spiaggia libera contesa

Bagni Sergio a Sassonia, confinante con la spiaggia libera contesa

Fano (Pesaro e Urbino), 30 luglio 2020 - No ad ampliamenti delle concessioni esistenti per risolvere l’emergenza ombrelloni. La decisione della giunta (sindaco e assessori ne hanno discusso per più di un’ora martedì pomeriggio) sarà comunicata questa mattina, ad albergatori e bagnini, in una lettera firmata dal vice sindaco e assessore all’Urbanistica Cristian Fanesi e dall’assessore al Turismo e Attività Economiche Etienn Lucarelli. Nel documento, i due amministratori spiegheranno le ragioni che hanno portato l’esecutivo a non autorizzare ai concessionari di spiaggia l’ampliamento di 12 metri, come previsto dalle disposizioni della Regione Marche, ma a ricercare le soluzioni per assicurare ombrelloni e lettini ai turisti in arrivo in agosto.

Ieri sopralluoghi in spiaggia di Fanesi e Lucarelli con Andrea Giuliani (responsabile di Confartigianato Fano). Saltata la possibilità di aggiungere 10 ombrelloni in ultima fila ai Bagni Gabriele "i clienti non sono contenti" rimane l’opzione Bagni Sergio, la spiaggia più profonda in questo momento a Sassonia, dove creare un’ulteriore fila di 20 ombrelloni. "Ci mettiamo a disposizione – fa sapere Lorena, la titolare – senza fare nessuna polemica anche se piantare nuovi ombrelloni, nel pieno della stagione, non è semplice: devo fare arrivare una trivella per i fori e far lavorare gli operai di notte".

E proprio vicino a Bagni Sergio si sono dati appuntamento, sabato alle 12, muniti di ombrellone e telo mare, un gruppo di cittadini per un flash mob a difesa delle spiagge libere. "Un’iniziativa nata spontaneamente – spiegano le promotrici Melissa Rosati e Giovanna Girolomoni – per sensibilizzare la cittadinanza. E’ mancata una cabina di regia in grado di rispondere alle conseguenze dell’emergenza Covid". Per Francesco Panaroni, consigliere di M5S "bagnini e concessionari devono trovare un accordo, pensare di togliere anche solo un centimetro alle spiagge libere sarebbe improponibile".

Tiziano Busca (Lidu) pone l’attenzione "sui canoni che la privatizzazione del demanio porta alla casse pubbliche: una carità che lo Stato raccoglie dai concessionari condizionando gli altri cittadini. Dai dati pubblicati sul pagamento del canone demaniale la media è di circa 1,10 euro al mq, da qua si potrebbe partire per un’analisi dei costi di ombrellone e lettino per capire come le teorie liberiste di Giuliani, rispondono a una difesa corporativa che sottrae opportunità a quanti potrebbero avere lo stesso diritto di usare la spiaggia, bene del demanio e quindi pubblico. Lo Stato avrebbe più vantaggi economici e la concorrenza aprirebbe opportunità di lavoro, oggi preclusi, a chi ha gli stessi diritti del concessionario".