Spunta un parco eolico al largo della costa Ecco il nuovo progetto da 84 torri nel mare

La società che lo propone, Agnes srl, è ancora alla fase di studio. Ma l’impianto rientra in un disegno più ampio che sta procedendo

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Ottantaquattro turbine eoliche galleggianti da 10 megawatt, ciascuna delle quali è alta 170 metri e con un diametro di rotore pari a 260 metri, il cui basamento è stato adattato per ospitare pannelli fotovoltaici da 2,5 megawatt integrati nella struttura, raggiungendo una potenza complessiva di 1050 megawatt. Sono i numeri del parco eolico off shore che la società Agnes srl di Ravenna ha intenzione di realizzare al largo delle coste fanesi, a circa 15 miglia (pari a 28 chilometri) dalla costa. Un progetto, quello fanese, che è ancora in una fase di studio, ma che rientra in una più ampia progettualità da insediare nell’Adriatico, e che comprende altri quattro impianti dislocati al largo della costa da Rovigo a Ravenna fino a Pescara, alcuni dei quali sono già ad una fase autorizzativa, benché non manchino i pareri contrari delle amministrazioni a vario titolo coinvolte. Parliamo sostanzialmente, per quanto riguarda Fano, di 84 pale eoliche in alto mare, geometricamente allineate in sette file parallele da 12 impianti ciascuna.

Così, dopo il caso del maxi-agrivoltaico di Carrara-Cartoceto, ancora in attesa di autorizzazione ma già contestato dalle amministrazioni, la città di Fano potrebbe trovarsi nuovamente alle prese con un enorme progetto di diversificazione energetica, trovandosi stretta nell’abbraccio della transizione ecologica, con l’eolico a mare e il fotovoltaico alle spalle. "I nostri mari – si legge sul sito internet di Agnes srl – offrono molto spazio per la produzione di energia pulita. I venti offshore (fuori onda) soffiano più forti e più costanti rispetto a quelli terrestri, offrendo un’opportunità unica per raccogliere più energia e, a sua volta, alimentare molte più case e automobili". "L’industria offshore – continua l’azienda ravennate – sta già realizzando grandi riduzioni dei costi. E ce ne sono molti altri a venire. Gli esperti prevedono che il costo della produzione offshore di energia diminuirà significativamente nei prossimi anni".

Ciò magrado, e ammesso che il progetto si realizzi al termine del complesso iter autorizzativo che comunque dovrà affrontare, sono tante le perplessità che riguardano in particolare il settore ittico e le eventuali ricadute che il parco eolico avrebbe sull’attività di pesca, sia dal punto di vista dell’impatto sull’ecosistema che da quello delle zone interdette. Senza dimenticare ovviamente il turismo. Se ricerca dell’energia, salvaguardia del pianeta e lavoro possano coesistere tra loro, sarà la domanda a cui il dibattito che prevedibilmente si innescherà dovrà tentare di dare una risposta.

ben.i.