FANO
di Benedetta Iacomucci
Si sono allenati allo stadio "Mancini", ma poi, i calciatori del Fano calcio, la doccia l’hanno dovuta fare alla palestra dell’Adriatica, a Borgo Metauro. Il motivo è molto semplice: al "Mancini" non viene l’acqua calda, perché la società Alma Juventus Fano non ha pagato le bollette per mesi e mesi, forse anni. Collezionando un debito di 8.641 euro con la Prometeo, l’azienda del gas, che dopo vari solleciti di pagamento ha alla fine messo i sigilli al contatore. A patire le conseguenze sono così stati i subentranti del Fano Calcio di mister Cornacchini, costretti a emigrare, dal terreno del "Mancini" concesso dall’amministrazione dopo lo sfratto all’Alma, nella struttura adiacente dell’Adriatica. Una distanza di pochi metri, ma sui quali si misura il paradosso in cui è scivolato il calcio fanese dopo la retrocessione dell’Alma e lo strappo con il suo presidente Salvatore Guida.
Il caso è emerso nel momento in cui la nuova società ha chiesto di poter effettuare la voltura per il pagamento delle successive bollette del gas, ma l’attivazione non è stata possibile, a fronte della morosità emersa con il precedente utente. "Ho portato la vicenda in Consiglio d’amministrazione proprio questa mattina (cioè ieri, ndr) – spiega Giacomo Mattioli, presidente di Aset, che ha una piccola partecipazione, intorno al 10%, in Prometeo –. Vogliamo capire se esiste un modo per risolvere la questione in tempi brevi. Ad esempio attivando il nuovo contratto e rivalendosi poi sui clienti morosi. Al momento non ho ricevuto alcun riscontro, e nel frattempo l’unica soluzione possibile sarà utilizzare la palestra vicina".
Promette di farsi carico della questione anche l’amministratore delegato di Prometeo, Francesco Pieia: "Non ho ancora approfondito la questione – dice – ma comunque posso confermare che siamo in presenza di un debito importante. A questo punto gli uffici dovranno verificare che all’interno della nuova società non ci siano soggetti che fanno riferimento alla vecchia gestione. Dopodiché potremo attivare il nuovo contratto e aprire una procedura nei confronti dei vecchi clienti". Di sicuro, sottolinea Pieia, prima di arrivare ai sigilli ci deve esser stata una lunga procedura durata non meno di sei mesi, come accade in queste situazioni: "In caso di morosità si inviano dei solleciti di pagamento, ponendo un termine di 40 giorni per regolarizzare la propria posizione. Poi, se il debito è importante, come in questi casi, si propone un piano di rientro. Dopodiché, in assenza di riscontri, si procede apponendo i sigilli al contatore". Ed è quello che è successo al "Mancini". Dove tra l’altro si fa notare, in considerazione dell’importo del debito, che 8mila euro potrebbero rappresentare l’intero ammontare della fornitura di un anno, se non addirittura due. Come a dire che non si tratta di un ritardo nei versamenti, ma di bollette che probabilmente non sono state mai pagate.
"Da parte nostra, comunque – aggiunge l’ad di Prometeo –, c’è la massima disponibilità a trovare una soluzione nel più breve tempo possibile – conclude – per permettere alla nuova società di allenarsi nello stadio e usufruire dei servizi annessi".