Start up di ravioli cinesi Obiettivo: integrazione

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Una start up al femminile per combattere le difficoltà linguistiche. Un laboratorio artigianale per uscire dall’isolamento e trovare una via per l’integrazione. Non riusciva a trovare lavoro in città Yu Xuemei, 40enne immigrata cinese, arrivata da poco a Fano per amore. Non parlava italiano, non aveva un titolo di studio riconosciuto nel nostro Paese né una alta professionalizzazione specifica da spendere sul mercato.

Ma non sapeva neppure stare con le mani in mano. E così quelle mani le ha messe in pasta, sfruttando un’arte appresa in famiglia, che da passatempo ora è diventata un’impresa artigianale. E’ nato quasi per gioco Dumpling Adria, il progetto di consegna a domicilio di ravioli cinesi, fatti in casa da Yu che grazie ad una pagina internet e alla rete di whatsapp in pochi mesi è cresciuta tanto da diventare una piccola impresa. Yu ha iniziato preparando qualche centinaio di ravioli al mese per gli amici del compagno Simone, che mano a mano hanno sparso la voce e così questi ravioli hanno iniziato a viaggiare da Fano a Marzocca, passando per Montemarciano, Senigallia, Marotta, Mondolfo, Pesaro, Fossombrone e Saltara.

"Quest’avventura nasce in sostanza perché cercavamo un lavoro per la mia compagna - ci spiega Simone -. Siccome non riuscivamo a trovargliene uno perché era arrivata in Italia da poco e non parlava l’italiano. Sebbene fosse cuoca, in nessuna cucina di ristoranti e di alberghi veniva presa per l’handicap della lingua. Così abbiamo iniziato a fare i ravioli in casa, tra di noi, per gli amici… poi il giro si è allargato. Il primo mese da ‘cuoca in casa’ Yu ha prodotto 500 ravioli. Ora ne vendiamo circa 5mila al mese.

E tra i clienti c’è anche un ristorante".