Coronavirus, tampone ai bimbi autistici a Fano. Mamme in rivolta

Serviva per poter partecipare ai centri diurni. I genitori: "Urlavano, ci sono state scene da incubo"

Il consigliere Lucia Tarsi: "I mesi del lockdown terribili per i ragazzi autistici"

Il consigliere Lucia Tarsi: "I mesi del lockdown terribili per i ragazzi autistici"

Fano, 11 giugno 2020 - Disabilità: insorgono le mamme di bambini e ragazzi autistici contro i tamponi anti-covid imposti ai loro figli per partecipare ai centri diurni, contro il mancato avvio delle attività domiciliari e dei tirocini.

Sui tamponi anti-covid racconta mamma Francesca: "Sabato pomeriggio al Codma urlavano come animali al macello: ci sono state scene da incubo. Il tampone, voluto dall’Area Vasta di Ancona, è stato vissuto da questi ragazzi come una violenza: alcuni non aprono la bocca neppure davanti ai genitori, figuriamo quando si sono trovati di fronte degli estranei scafandrati".  

E ancora mamma Francesca: "I nostri figli non sono animali, io non permetterò mai più che una cosa del genere si ripeta, sono pronta a ricorrere alle vie legali". "E’ assurdo fare i tamponi ad emergenza sanitaria superata – aggiunge mamma Alessandra che in quanto medico ha scritto una lunga lettera ad Asur – e a ragazzi che applicano da sempre il distanziamento sociale e che non partecipano certo alla movida: lasciateli in pace. Semmai i nostri figli avrebbero dovuto fare l’esame sierologico, più tranquillo e dall’esito certo".

A proposito dei tamponi sui ragazzi autistici ammettono "l’invasività della pratica" anche l’assessore al Welfare Dimitri Tinti e la coordinatrice dell’Ambito Roberta Galdenzi tanto "da chiedere all’Asur regionale, per i prossimi screening, di sostituire l’esame del tampone molecolare con il test sierologico, che avviene con modalità meno anomale e quindi di più facile accettazione da parte dei ragazzi".  

Le mamme parlano, invece, di "discriminazione nei confronti dei disabili" e ricordano che i loro figli sono stati inviati al Codma, luogo non certo confortevole per effettuare i tamponi, mentre i medici i tamponi li hanno fatti in ambulatorio. E aggiungono: "A Rimini i centri diurni sono partiti senza screening" Nonostante i tamponi eseguiti, non tutti i ragazzi autistici hanno avuto accesso ai centri, perché alcuni ancora non sono ripartiti: per ora hanno riaperto il Mosaico di Terre Roveresche (martedì) e il Centro del tempo libero di San Lazzaro (ieri).

L’Ambito sociale assicura che nei prossimi giorni (le date però non sono state specificate) "saranno riattivati anche il centro Margherita di Pergola, L’Aquilone di Mondavio, La Rosa Blu di Mondolfo". Non riaprirà invece il centro Itaca di Fano. "Ad oggi – fanno sapere Tinti e Galdenzi – non è in grado di ripartire non avendo ancora presentato il progetto di struttura richiesto, con i relativi adempimenti e la documentazione allegata".

"E’ grave che l’Amministrazione comunale non abbia proposto una soluzione alternativa alle famiglie (attualmente 4) – commentano i genitori – che non potranno mandare i figli al centro Itaca". "Non è giusto – fa notare una delle mamme interessate – noi genitori lavoriamo e facciamo fatica a far fronte alla situazione, ricorrendo anche agli educatori privati". "I mesi del lockdown – aggiunge la consigliera comunale Lucia Tarsi (Fano Città Ideale) – sono stati terribili per i ragazzi autistici e le loro famiglie. Nel mese di maggio tutti noi abbiamo riacquistato la libertà, mentre tale possibilità è stata preclusa ai ragazzi con disturbi autistici perchè mancano le linee guida per le attività domiciliari e per l’avvio dei tirocini". Una delle mamme ha anche inviato una diffida dando tempo al Comune 15 giorni per attivare la borsa lavoro per il figlio. "Qualcuno – conclude Tarsi – dovrà pur rispondere di questi ritardi che stanno mettondo in discussione anni di attività riabilitativa".