Tentato omicidio di Pasquetta, Matteo Cicerchia a processo

L’agguato, il 27enne fanese va dritto all’abbreviato. Gli psicofarmaci che prendeva? Per il gip non hanno influito. Lei chiede 500mila euro di risarcimento

L’auto che venne utilizzata da Cicerchia per l'agguato

L’auto che venne utilizzata da Cicerchia per l'agguato

Fano, 12 dicembre 2019 - No a ulteriori indagini sull’agguato di Pasquetta. Va dritto a processo, (con rito abbreviato «secco» e non «condizionato»), Matteo Cicerchia, il 27enne fanese in carcere da maggio scorso per aver tentato di accoltellare, strangolare e travolgere con l’auto l’ex compagna Elisa, la figlia e Gabriele Ottaviani, il 40enne pesarese, intervenuto per salvare mamma e bimba dall’aggressione che poteva costare la vita a tutti e tre.

Ieri in tribunale, la sua ex Elisa (a sinistra), con le avvocatesse
Ieri in tribunale, la sua ex Elisa (a sinistra), con le avvocatesse

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Ieri mattina il gup Francesco Messina ha infatti respinto la richiesta, avanzata dai difensori di Cicerchia, gli avvocati Roberto Brunelli e Giovanni Orciani, di approfondire due punti in particolare: se i coltelli portati con sé dall’imputato potessero davvero uccidere e se l’assunzione di benzodiazepine, come quelle che prendeva da anni l’imputato (Xanax e Cipralex), possano aver scatenato rabbia e aggressività come effetto collaterale di un uso prolungato di quelle sostanze. Sostanze a cui si aggiungerebbe, elemento nuovo emerso ieri dal certificato del pronto soccorso, anche un certo quantitativo di alcol che Cicerchia avrebbe detto ai sanitari di aver bevuto poco prima di esplodere in quella serie di violenze.

Le difese hanno puntato ovviamente a far riconoscere l’incapacità di intendere e di volere del loro assistito in quei drammatici momenti. Messina ha rigettato le richieste evidenziando che quelle sostanze, come appunto lo Xanax, sono diffusissime tra la popolazione e, se fossero vere le tesi della difesa, in giro – questo in sostanza il ragionamento del giudice – ci dovrebbero essere decine di potenziali soggetti con istinti omicidiari.  

Agli atti c’è poi già la perizia, fatta in incidente probatorio, che ha sancito la piena capacità mentale di Cicerchia, su cui pende l’accusa di triplice tentato omicidio aggravato dalla premeditazione. Costituite parte civile la ex Elisa e la loro figlia, assistite dagli avvocati Cristiana Cicerchia e Cristina Lamacchia, le quali hanno chiesto rispettivamente 200 e 300mila euro di risarcimento danni. Ha presentato la sua richiesta (150mila euro, di cui 75mila di provvisionale) anche Ottaviani (difeso dall’avvocato Claudia Fabiani). Il processo è stato quindi aggiornato al 12 febbraio per la requisitoria del pm e al 26 per le arringhe delle difese e poi sentenza.