
Beatrice Morbidoni, pasionaria del comitato «Riaprite le Terme di Carignano»
di Tiziana Petrelli
"Finché non arriva un progetto concreto, siamo fermi alla presentazione in pompa magna di un anno e mezzo fa. E da allora, nessun atto conseguente". A parlare è il sindaco di Fano, Luca Serfilippi, che interviene con parole nette sullo stallo delle Terme di Carignano, al centro da anni di promesse, proposte e malcontenti. "Io ho incontrato più volte la proprietà – spiega – e ho garantito massima disponibilità da parte del Comune. Ma senza atti, senza un progetto formale, non possiamo procedere". Un quadro confermato anche dall’assessore all’Urbanistica Loretta Manocchi, che precisa come sul tavolo del suo assessorato e negli uffici competenti non sia mai arrivata documentazione da parte della società Gestioni Spedalità Private srl, guidata da Maurizio Natali: "Negli uffici non è mai arrivata documentazione esecutiva da parte della società - dichiara -. Solo dichiarazioni d’intenti e rendering vecchi. Nulla che possa attivare un iter vero".
A creare ulteriore incertezza è anche il nodo dei posti letto convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale. "Un giorno dicono pubblicamente che non servono – sottolinea Serfilippi – ma poi non si muovono. Forse c’è qualcosa che non torna: sarebbe ora di giocare a carte scoperte". A rilanciare con forza la necessità di atti concreti è anche la Regione Marche, che interviene per voce dell’assessore alle acque termali Stefano Aguzzi: "Il proprietario, se vuole andare avanti, deve chiedere. Ma non chiede. Da mesi non ho più avuto notizie, né lui ha cercato me o i nostri uffici". Aguzzi chiarisce anche la questione dei posti letto convenzionati: "Una convenzione si può chiedere solo su qualcosa che esiste o che si è chiesto di realizzare. Ma qui non c’è nulla: nessuna struttura, nessuna domanda, nessuna variante. Su cosa la chiedi la convenzione? Prima serve un progetto, che va presentato in Comune. Poi si può parlare con la Regione. Se non c’è niente, noi non possiamo procedere".
Sulle concessioni per l’utilizzo delle acque, invece, Aguzzi conferma: "Dal punto di vista formale è tutto in regola: la concessione è stata regolarizzata in Regione negli ultimi due anni. Quindi, se oggi volessero attivare le terme, non ci sarebbero ostacoli da parte nostra. Ma non lo hanno chiesto". Parole che rinfocolano la frustrazione del Comitato "Riapriteci le Terme di Carignano" che da anni chiede chiarezza, progettualità e soprattutto azioni concrete. La sua presidente, Beatrice Morbidoni, è diventata simbolo della battaglia per la rinascita del sito: ex operatrice del complesso termale insiste oggi su tre punti chiave: la convocazione di un tavolo permanente con Regione e società privata per chiarire obiettivi e tempistiche; la verifica dello stato della concessione con l’eventuale revoca in caso di inattività prolungata; e la valutazione concreta di una gestione pubblica o mista, che coinvolga soggetti locali motivati e affidabili.
Il Comitato "Riapriteci le Terme di Carignano" si dice pronto a proseguire con ogni mezzo democratico per tenere alta l’attenzione e riportare il tema al centro dell’agenda politica. "Riaprire le Terme – conclude Morbidoni – non è solo un diritto: è una necessità". Una necessità che, nel silenzio delle vasche ormai secche, ha ancora la voce forte e appassionata di chi ha comunque deciso di non arrendersi.