Torrette di Fano, la schiuma in mare crea allarme. Via alle analisi

Prelievi dei tecnici dell’Arpam. Piccinetti: forse fenomeno naturale

Il materiale biancastro depositato in battigia  e le bolle in mare

Il materiale biancastro depositato in battigia e le bolle in mare

Fano, 1 settembre 2019 - Allarme ieri mattina a Torrette per le tante bolle di schiuma biancastre presenti sulla superficie dell’acqua e una grande macchia color melma. Il fenomeno si è verificato lungo la riva, in un tratto molto circoscritto, a nord dell’hotel Playa (direzione Fano), destando curiosità e preoccupazione tra numerosi bagnanti a passeggio lungo la battigia. L’effetto schiuma ha indotto molti a pensare – proprio perché la macchia era particolarmente circoscritta – che qualcuno potesse avere riversato qualche sostanza in acqua.

L’aspetto, in effetti, era tutt’altro che gradevole, anche se in realtà il fenomeno – come ha spiegato il professore Corrado Piccinetti del Laboratorio di Biologia Marina di Fano – potrebbe essere legato alla presenza delle alghe che producono materiale organico da cui hanno origine le bolle. Tra chi, ieri mattina, ha segnalato l’anomalia c’è il consigliere provinciale del centrodestra Margherita Mencoboni (consigliere comunale di San Costanzo) che si chiede quale «sia l’origine del fenomeno e perché si sia manifestato proprio in quel tratto». Con il passare delle ore il materiale schiumoso è approdato sulla battigia dove è rimasto fino al tardo pomeriggio.

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«Sono fenomeni – fa presente Piccinetti – che solitamente si verificano quando c’è una concentrazione elevata di alghe, lo sbattimento delle onde provoca la fuoriuscita del materiale interno che in acqua diventa tensioattivo». Il professor Piccinetti esclude che la schiuma possa avere effetti tossici: «E’ come fare il bagno nell’acqua con il detersivo». Nel corso della giornata è stato effettuato un sopralluogo dai tecnici dell’Arpam che hanno prelevato dei campioni di materiale. Per l’esito delle analisi, però, occorrerà aspettare lunedì mattina.

Anche da parte di Arpam non si esclude che possa trattarsi di un fenomeno naturale legato alla presenza delle alghe (tra l’altro in quell’area non sono presenti neppure gli scolmatori) e all’alta temperatura dell’acqua marina, ma la certezza si avrà solo con il risultato delle analisi. Solo pochi giorni fa a destare la preoccupazione dei bagnanti sono stati decine di gabbiani in difficoltà lungo le spiagge di Fano e Pesaro, fermi sulla riva, poi recuperati dagli operatori del Cras (Centro recupero animali selvatici). Anche allora si era pensato che potessero aver ingerito qualcosa di nocivo in mare, in realtà soffrivano probabilmente i postumi di un’indigestione in discarica.

an. mar.