Tso al ragazzo di Fano: il senatore Siri in reparto

L’onorevole leghista: "Un giovane mite e tranquillo. Presenterò un’interrogazione in Parlamento"

Il senatore Siri (nel riquadro) è andato a trovare il ragazzo sottoposto al Tso

Il senatore Siri (nel riquadro) è andato a trovare il ragazzo sottoposto al Tso

Fano (Pesaro e Urbino), 9 maggio 2021 - "Sono stato all’ospedale di Pesaro e sono andato a trovare il ragazzino che ha subito un Tso. Ci ho parlato per un’ora e mi ha dato l’impressione di un giovane mite e tranquillo. Fra l’altro un ragazzo che dà l’impressione di essere uno scricciolo e dimostra meno della sua età. C’erano due ragazzi, due amici suoi, che erano andati a trovarlo e fuori si aggira anche quel signore che è dietro a questa faccenda ( Lamberto Roberti, ndr )". A parlare è il senatore Armando Siri della Lega che già nei giorni sorsi si era interessato al caso.

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"Ho parlato anche con i medici – continua – e ho interessato l’assessore regionale Saltamartini. I sanitari mi hanno detto che non prende psicofarmaci e aggiungo che potrebbero anche valutare presto un suo ritorno a casa. Umanamente? Mi ha dato l’impressione di un ragazzo fragile e che ha bisogno di essere protetto. Comunque sto raccogliendo tutti gli atti di questa storia per cui presenterò un’interrogazione, perché qui bosogna chiarire bene la brutta storia di questo 18enne, ed uno di quelli che deve spiegare è il sindaco di Fano che ha firmato il Tso".

Intanto emergono nuovi particolari sul vissuto e le relazioni di questo ragazzo. Come quando la preside, il giorno del ricovero, gli aveva detto: "Questa sera vieni a mangiare a casa mia che stiamo insieme a parliamo", e lui le aveva risposto: "Lei è una delle poche persone che non mi odia". Quel giorno, secondo la stessa preside, in questi giorni sottoposta a un grande stress, il ragazzo era uscito dalla scuola calmo e tranquillissimo "e per questa ragione nessuno della scuola lo ha accompagnato, perché non c’erano i motivi". La famiglia, l’altro giorno, alla domanda se avesse chiesto e avuto supporto dalle istituzioni, ha risposto: "No comment". A questo proposito l’altro ieri l’assessore ai Servizi sociali Dimitri Tinti, a chi gli chiedeva notizie in merito, ha risposto: "Non non sappiamo nulla e nessuno ci ha mai detto nulla". Il responsabile del Sert, Giovanni Mazzoli conferma che la struttura non è mai stata informata del caso e nessuno ha fatto richiesta di intervento.

Comunque il sindaco Massimo Seri, negli ultimi giorni oggetto di pesanti attacchi sui social per questo caso, ieri ha fatto sapere "che si è davanti a una vicenda delicata che merita di essere affrontata, seguita e gestita nelle sedi più idonee con umanità e competenza. La cosa importante è tutelare il ragazzo e offrire alla famiglia ogni possibile supporto. Si deve impedire che lo stesso diventi oggetto di una violenta quanto insensata strumentalizzazione politica o ancor peggio di una interessata spettacolarizzazione mediatica. Questa storia non ha bisogno di clamore ma, al contrario, di riservatezza e serenità per permettere al giovane di tornare quanto prima alla vita di relazioni e al futuro che gli spetta. Come amministrazione garantiamo tutto il sostengo necessario al bene del ragazzo e alle esigenze della sua famiglia continuando a seguire a seguire l’evoluzione dei fatti con il massimo riserbo".

A proposito della famiglia va detto che i genitori dello studente hanno tentato l’altro ieri di contattare l’associazione "Libera.mente", guidata da Vito Inserra, il quale parla di un contesto preoccupante "perché i nostri studi medici sono pieni e i Tso nella nostra provincia sono molto più alti rispetto al resto d’Italia: mancano gli operatori".

Che la situazione sia complessa e difficile lo dice anche Marina Bargnesi, ex assessore e psicologa: "Il periodo del lockdown ha fatto emergere patologie sopite ed è stato un detonatore, anche se io non mi occupo dei giovani". Ma una conferma arriva dal primario del pronto soccorso, Umberto Gnudi: "Ora un po’ meno, ma nella prima fase del lockdown c’erano persone che si scompensavano più frequentemente e che raggiungevano il pronto soccorso con crisi d’ansia, crisi da stress, soprattutto tra gli operatori sanitari. C’è anche una maggiore aggressività e una marcata diffidenza nell’affidarsi alla cura del medico. Per quello che riguarda il ragazzo credo che si tratti di un giovane con delle fragilità che è stato influenzato. Una persona insicura, ed ora tutta questa strumentalizzazione che si sta facendo la trovo vomitevole e irritante". A proposito di esposizione mediatica a Fano gira una troupe di una nota trasmissione e ne è prevista un’altra in arrivo per martedì.

m.g.