Fano, disabile prende licenza da pilota. Vola con un braccio solo

La straordinaria esperienza su un ultraleggero: è il primo in Italia

Mattia Negusanti con a fianco l’esaminatore dell’Aero Club Italia

Mattia Negusanti con a fianco l’esaminatore dell’Aero Club Italia

Fano (Pesaro e Urbino), 21 agosto 2019 - «Non posso allacciarmi le scarpe né sbucciare una mela… ci sono situazioni che non posso affrontare, ma posso volare. E così ho dimostrato che si può gestire una cosa su cui qualcuno ha scritto un grosso ‘no’ ancor prima di metterci alla prova». E’ una storia di coraggio e determinazione raccontata per essere d’esempio a chi si trova ad affrontare difficoltà che sembrano insormontabili, quella che vede protagonista Mattia Negusanti, 34enne urbinate già carabiniere ed ora dipendente del Ministero della Difesa, il primo disabile senza la mobilità ad un braccio che è riuscito ad ottenere la licenza per pilotare un ultraleggero. Dopo l’ok dell’Aero Club D’Italia sull’impiego del ServoFly, realizzato da Aidro e Tecnoelettra, il 3 agosto scorso Mattia ha sostenuto l’esame teorico e pratico di volo VDS nei cieli di Fano, superandolo con ottimi risultati.

«Quattro anni fa sono stato investito da un camion - racconta -, mentre ero fermo in sella alla mia moto. Sono stato trascinato sotto, da una parte all’altra. Sono vivo, ma da un incidente del genere non ci si riprende mai. Lo ricordo ogni giorno guardandomi allo specchio. Così come ricordo gli occhi di mia madre quando mi sono svegliato dal coma irreversibile (mi avevano già dato tre volte l’estrema unzione) e quando dopo mille consulti ci è arrivata la sentenza: nessuna speranza di tornare a muovere il braccio sinistro. Avevo 30 anni, ora ne ho 34 e spesso vengo preso dallo sconforto, ma tengo duro e aspetto che passi. Lo faccio per me e per tutti quelli che stanno lottando insieme a me».

La vita che cambia in un secondo, costringendoti a cambiare tutto. «Facevo il carabiniere da dieci anni, mi hanno congedato per inabilità. Ma sono stato riassegnato agli uffici del Comando Carabinieri di Pesaro dove ho incontrato la persona chiave di questa mia nuova vita: il comandante Filoni». Il colonnello Marco Filoni ha una passione per il volo, che di lì a poco lo porterà a fare la scelta di lasciare l’Arma per dedicarsi all’istruzione dei piloti. «Perché non vieni a volare con me una volta? Mi ha detto. Ed io: comandante, ma se poi mi piace come facciamo? Vedrai che una soluzione la troviamo». Con queste parole Filoni ha messo in moto il motore della reazione di Negusanti al suo handicap. «Poi tanta gente ha creduto in questo progetto: le aziende, i piloti dell’aeroporto di Fano… c’è un anno mezzo di lavoro dietro questo mio risultato, che è un successo condiviso dalla forza di volontà di tanti che non si sono fermati davanti alle difficoltà che abbiamo incontrato».