Omicidio Bellucci, mercoledì parte il processo contro l’ex fidanzato

Sarà celebrato a Trento davanti al sindaco di Pergola e ai familiari dell’estetista uccisa

Pergola (Pesaro e Urbino), Lucia Bellucci

Pergola (Pesaro e Urbino), Lucia Bellucci

Pergola (Pesaro e Urbino), 7 ottobre 2014 - Domattina a Trento si celebra il processo nei confronti di Vittorio Ciccolini, l’avvocato 46enne di Verona reo confesso dell’omicidio dell’estetista pergolese Lucia Bellucci, sua ex fidanzata.

Un assassinio consumato la sera del 9 agosto 2013 con 4 fendenti sferrati con un coltello da marines dopo che i due avevano cenato insieme al ristorante “Mezzosoldo” di Spiazzo Rendena. Su richiesta dei legali di Ciccolini, Umberto De Luca, Marco Stefenelli e Cristina Ciurli, il procedimento si terrà con rito abbreviato e, di conseguenza, in camera di consiglio, a porte chiuse.

Saranno comunque presenti, in qualità di “parti offese” il babbo di Lucia, Giuseppe, la mamma Maria Pia, la sorella Elisa, il fratello gemello Carlo, lo zio paterno Alfonso (a cui spettò, il 12 agosto dell’anno scorso, il drammatico compito del riconoscimento) e almeno due cugini. E sempre come “parte offesa” ci sarà anche il sindaco di Pergola Francesco Baldelli, mentre non assisterà all’udienza il fidanzato di Lucia, il medico catanese Marco Pizzarelli, che tuttavia è ancora in stretto contatto con la famiglia della vittima e sarà rappresentato in giudizio dal proprio legale. Pizzarelli, infatti, si è costituito parte civile, analogamente a quanto fatto dai familiari (tutelati dagli avvocati Giuseppe Galli e Francesco Colotti), dall’ex marito della vittima, Paolo Cecchini e dall’associazione veronese contro il femminicidio “Isolina”.

Nei confronti di Ciccolini pende l’accusa di omicidio premeditato, con due ulteriori aggravanti: la minorata difesa e i motivi abbietti. Minorata difesa perché la 31enne è stata portata dall’uomo in una piccola strada isolata, da dove era difficile chiedere aiuto; e motivi abietti in quanto l’assassino avrebbe agito per vendetta, con un gesto di punizione contro la sua volontà di possesso contrastata dalla decisione di lei di lasciarlo. Dalle aggravanti e dalle eventuali attenuanti che verranno riconosciute dal giudice dipenderà, naturalmente, l’entità della pena, che con il rito abbreviato viene scontata di un terzo secco, l’ergastolo diventa una reclusione di 30 anni e l’ergastolo con isolamento diurno un ergastolo semplice.