La "Buona Novella" di De André a Roma con l'attore Carlo Simoni e il Coro Malatestiano

Il 4 e 5 novembre nella Capitale al Teatro Ghione. Solista sarà la cantante Elisa Ridolfi

Carlo Simoni con il Coro Malatestiano

Carlo Simoni con il Coro Malatestiano

Fano (Pesaro e Urbino), 3 novembre 2019 - «Non sempre si è orgogliosi dei propri spettacoli. Di questo, lo sono moltissimo perché unisce musica, teatro, poesia celebrando un grande artista italiano contemporaneo e dando voce a tematiche di grande attualità sulla condizione della donna e sull’uguaglianza».

Ha 52 anni di prestigiosa carriera teatrale alle spalle, ma freme come un ragazzino Carlo Simoni al pensiero che il 4 e il 5 novembre potrà portare finalmente in scena al Teatro Ghione di Roma (a un passo da San Pietro) «La buona novella» di Fabrizio De André, lo spettacolo made in Fano in cui il noto attore dà voce all’opera di Faber ispirata ai Vangeli apocrifi. Una provocatoria e rivoluzionaria scrittura musicale rielaborata dal maestro Lorenzo Donati per solista (la cantante fanese Elisa Ridolfi), strumenti e coro, eseguita dal Coro Polifonico Malatestiano diretto dal maestro Francesco Santini.

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Come nasce la rappresentazione?

«Io l’ho voluta portare a Roma - dice Simoni - per dire al mondo: guardate che il Coro Polifonico Malatestiano di Fano è di valore. La garanzia la do io, poi De André è garante da solo. Spero che il risultato sia buono perché poi lo proporremo a Genova, Torino, e mi auguro che il Comune di Fano e la Fondazione Cassa di Risparmio ci appoggino per una tournée in tutte le Marche».

Come è nata la sua collaborazione con il Malatestiano?

«Mi hanno chiamato loro, dicendomi che volevano fare De André. La proposta ha fatto subito scattare la mia fantasia. Ma prima di accettare mi sono informato sul loro livello, perché le proposte sono tante. Di loro mi è piaciuto tutto, oltre alle qualità artistiche anche quelle umane. Poi quell’anno ricorrevano i miei 50 anni di teatro e da fanese, festeggiare quel traguardo al Teatro della Fortuna... era il top».

Si sarebbe aspettato poi di promuovere una tournée?

«Onestamente no. Pensavo fosse un’esperienze estemporanea. Invece l’operazione funziona. Oserei dire che in un altro Paese funzionerebbe persino di più. All’estero ti accolgono a braccia aperte quando fai qualcosa di grande qualità. In Italia invece portare in giro 50 persone, tra musicisti cantanti tecnici, è un’impresa enorme. Tanto più per loro, che hanno il problema pratico del lavoro, cantando per hobby, sebbene siano dei professionisti».

Cosa significa per Simoni dare voce a De André?

«Come attore, sono uno strumento. Ma come uomo, mi fa estremamente piacere comunicare parole che condivido in pieno». Al giorno d’oggi quanto c’è bisogno di Buone Novelle? «Moltissimo. I giovani devono avere una sicurezza sui valori. Questa Buona novella ti parla di una famiglia in modo laico e non soltanto sacro, e dà un senso sacro ai rapporti umani. E la famiglia è la base della società, l’esempio assoluto. Gli insegnamenti, le attenzioni che ti dà la famiglia sono fondamentali per i giovani».