C'è un po' di Zalone nell'ultimo film di Secchiaroli

La recensione di una pellicola che non ha deluso le aspettative

Il Politeama gremito per la prima

Il Politeama gremito per la prima

Fano, 3 novembre 2016 - "Hai riso?" "Tanto". In questo conciso botta e risposta tra due spettatrici all’uscita dal Politeama, lunedì sera in occasione della prima, sta tutto il riassunto di «Stregati dalla Bruna», il nuovo film del regista fanese Henry Secchiaroli che ha per protagonisti gli attori del San Costanzo Show.

Cinema pieno fino al limite della capienza da parte di un pubblico piuttosto variegato, giovani, moltissime coppie, famiglie con bambini, e signori di una certa età. Tutti però disposti a ridere fin dal primo fotogramma. E la pellicola, diciamolo subito, non ha affatto deluso le attese, come hanno dimostrato le forti risate al buio degli spettatori durante tutto il film. Rende bene il San Costanzo Show anche davanti alla cinepresa, se non forse addirittura meglio, per via dei volti ormai noti e collaudati di Geoffrey Di Bartolomeo, Massimo Pagnoni, Daniele Santinelli, Oscar Genovese, Giovanni Giangiacomi, Davide Bertulli, ai quali si aggiungono delle new entry (Romina Antonelli, Arnaldo Taffi) che altro non sono che attori professionisti con trascorsi proprio sul palco del San Costanzo Show. Bravo anche il regista Henry Secchiaroli a non indugiare troppo sulle visioni documentaristiche per concentrarsi tutto sulla storia (o storie) del film che, vista l’originalità e gli intrecci della trama, potrebbe ormai avere qualsiasi tipo di ambientazione.

Come dire che il nuovo binomio San Costanzo Show e Secchiaroli potrebbe essere maturo anche per esperienze al di fuori del dialetto e del localismo provinciale. Anche perché la signora Rosa Della Cecca (Massimo Pagnoni) è un personaggio che ha superato, pure nella lingua, i confini fanesi, e alcune esclamazioni delle due zie, nel film, «Molto, molto, molto», potrebbero benissimo diventare dei tormentoni validi a tutte le latitudini. La storia? Senza svelare troppo diciamo che la pellicola si dipana attraverso alcuni strani personaggi – un venditore di animali domestici improbabili (tipo elefante), uno scansafatiche col sogno di diventare attore che abita da due zie irresistibili, un manager rampante e tecnologico che si perde in un bicchiere d’acqua - le cui vicende nel corso del film finiscono per intrecciarsi e unirsi proprio dal richiamo della loro (sorella?) Bruna.

Dedicato al compianto Peppe Nigra (che appare in video per qualche secondo), la pellicola si rifà al genere dei comici... «imbranati», tipo Verdone, e, perché no? Checco Zalone, ma di alta scuola della commedia italiana, piuttosto che agli scadenti cinepanettoni natalizi, tanto che si ride di gusto su battute e situazioni prive di volgarità: al massimo un «Mi chiamo Mirco Joni», che letto tutto d’un fiato fa un altro effetto.