Oliver Stone a Fano incanta la piazza con il film della sua vita

Il premio Oscar ha raccontato vicende legate al suo lavoro e al suo privato, aprendo in grande stile il festival Passaggi

Oliver Stone sul palco di piazza XX Settembre

Oliver Stone sul palco di piazza XX Settembre

Fano, 27 agosto 2020 - Caldo abbraccio della folla per Oliver Stone, accolto con entusiasmo in piazza XX Settembre, per la tappa fanese a Passaggi festival. "Ogni sogno ha qualche fallimento che l’accompagna", ha spiegato il regista, ricordando gli esordi, quando non riusciva a trovare un produttore che credesse in lui. Poi, nel ’76, la sua esperienza di militare nella guerra del Vietnam lo ha ispirato: "Immaginavo l’aspetto mitologico, i personaggi mitologici. Gli altri film non rappresentavano quella realtà che avevo vissuto in prima persona, mentre Omero mi faceva pensare al vero senso di quella guerra. Ma ho trovato il significato di un fallimento, che agli americani non sarebbe piaciuto. Così, per dieci anni, sono stato completamente ignorato, mentre si diffondevano tante bugie su quel conflitto".  

Il successo, ha raccontato il regista, è arrivato molto dopo, con Platoon, in cui ha raccontato l’altra faccia di quel sanguinoso conflitto: "E’ stato un traguardo raggiunto, la dimostrazione della mia capacità di andare avanti, malgrado le porte chiuse in faccia. Nonostante il film sia uscito solo in tre sale, nel 1986, ha fatto il tutto esaurito. La gente piangeva, non era abituata al vero Vietnam, dopo anni di rappresentazioni non veritiere. Platoon mi ha portato il primo Oscar, facendomi realizzare dopo tanti patimenti, dandomi la possibilità di guardare al futuro". Oliver Stone spiega di avere trovato resistenze anche per realizzare Salvador, nello stesso anno, raccontando la realtà del Sud America: "Era un argomento a cui il grande pubblico non pareva essere interessato, ma poi anche in questo caso si è stato dimostrato il contrario…".  

Spiegando il senso del suo libro, "Cercando la luce", il cui titolo racconta il suo percorso sofferto, ha sottolineato che "i miei primi 40 anni sono stati fondamentali, mentre adesso, a 70, guardo indietro ma sono soddisfatto. il libro è la mia occasione per ricordare un percorso difficile ma che ha premiato la mia perseveranza". Il regista ha polarizzato l’attenzione del pubblico, grazie alla puntuale traduzione di Silvia Bizio, che l’ha affiancato sul palco. Aneddoti, dettagli, riflessioni sul senso del racconto di vicende, che apparivano quasi sempre improponibili rispetto al senso comune, ma che invece hanno ottenuto consensi insperati nelle sale.

Stone ha espresso il suo modo di leggere la realtà, sempre fuori dagli schemi, cogliendo aspetti a volte scomodi che nessuno aveva il coraggio di raccontare. Una platea numerosa, pur nel rispetto delle distanze, è stata la cornice di una serata avvincente. I retroscena e le vicende che hanno caratterizzato le sue opere sono state vissute dal pubblico come un altro avvincente film, questa volta andato in scena in piazza XX Settembre.