D’Angelo e Bacio Terracino lanciano la Samb

Ai rossoblù basta un tempo per mettere ko il Fano, vanno sul doppio vantaggio, nella ripresa alzano il muro e non concedono nulla

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Fano

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Sambenedettese

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(4-3-1-2): Meli; Cargnelutti, Zigrossi, Bruno, Rillo (32’s.t. Monti); Parlati (36’s.t. Carpani), Amadio, Marino (1’s.t. Ferrara); Paolini (32’ Said); Baldini (31’s.t. Longo), Barbuti. A disp.: Viscovo, Santarelli, Isacco, De Vito, Scimia, Martella, Nepi. All.: Alessandrini

SAMBENEDETTESE (4-3-1-2): Nobile; Lavilla, Cristini (36’ Enrici), D’Ambrosio, Liporace; Shaka Mawuli (18’s.t. Masini), Angiulli, D’Angelo (1’s.t. Rocchi); Bacio Terracino; Maxi Lopez (43’s.t. Nocciolini), Lescano (18’s.t. Malotti). A disp.: Laborda, Biondi, Chacon, Serafino, Scrugli, De Goicoechea, De Ciancio. All.: Montero

Reti: 19’ D’Angelo, 37’ Bacio Terracino

Arbitro: Marco Acanfora di Castellammare di Stabia (Mattia Bartolomucci di Ciampino ed Emanuele De Angelis di Roma 2) Note: ammoniti: 13’ Zigrossi, 43’ Parlati, 35’s.t. Lavilla. Espulso: 45’s.t. Liporace. Angoli 3-3. Recupero 1’, 5’

Qualcuno ha detto: "Non eravamo scarsi prima e non siamo fenomeni adesso". Sicuramente sì, e l’avranno detto in tanti dopo la vittoria della Samb in casa del Fano. E ci sta anche che lo si dica, perché spesso si dimentica che una banalità diventa tale quando una verità viene ripetuta tante di quelle volte da farla diventare lapalissiana. O banale, appunto. Il Fano, temuto così tanto in città per i suoi tre pareggi di fila contro buone squadre come Perugia (schiantato ieri per 5 a 1 dal Mantova), Padova e Carpi, ieri ha giocato come sa e come ha potuto, anche bene nel secondo tempo, ma semplicemente la Samb è stata più forte. Dunque la Samb è piena di fenomeni? È una corazzata? No, è semplicemente una squadra in crescita e che ha meritato di vincere nettamente contro i granata, mentre nel derby con la Fermana aveva meritato, sì, ma non tanto da far gridare allo scandalo quando i tre punti non sono arrivati. Se si considerano le prime quattro partite giocate dai rossoblù, poi, la crescita si nota facilmente. Bruttissima a Carpi, è stata buona la Samb vista con Gubbio e Fermana, ed è stata molto buona quella di ieri. Il livello di gioco sognato da Montero e dai tifosi è stato raggiunto? No, è ovvio: gli argentini devono inserirsi nel campionato di Serie C e in un nuovo Paese, il modulo non è lo stesso dello scorso anno, la società è totalmente un’altra cosa rispetto a quella di Fedeli.

E poi, passando ai fatti di campo, nel secondo tempo i rossoblù hanno subito parecchio il Fano, pur non concedendo praticamente nulla ai padroni di casa. Anzi, per la precisione, i granata hanno confezionato un solo tiro in porta nel corso della ripresa: al 49’, in pieno recupero, quando Longo ha concluso e Nobile ha mandato in angolo. Questo per dire quanto la Samb abbia sofferto (poco, quasi nulla, consapevole com’era delle due reti di vantaggio). Ma la sensazione che nei secondi 45’ non sarebbe successo granché s’era avuta fin da subito e dunque, anche in questo caso, le critiche affrettate per la difesa ballerina andrebbero riviste. In sostanza, Fano-Samb si è risolta nel primo tempo, quando i rossoblù hanno largheggiato più in termini di gioco e dominio territoriale che per reti siglate. D’altronde, ai rivieraschi non è servito molto per far pendere l’ago della bilancia.

È bastato un corner ben calciato da Bacio Terracino, la sponda di D’Ambrosio, il tiro a botta sicura di Maxi Lopez e, sul miracolo di Meli, il tap-in vincente di D’Angelo. E così, prima del 20’, la Samb era sopra. Avrebbe raddoppiato a stretto giro, al 37’, quando Bacio Terracino ha insaccato dal limite con un bel destro d’istinto. Tutto bene, insomma, come l’esordio di D’Angelo. L’ex Avellino ha fatto pesare le sue 160 gare in B e i 7 gol in 25 apparizioni nell’ultimo anno di C con la Casertana. Poteva sopportare i primi 45’ soltanto, ma sono bastati tanto si è inserito bene nel 4-3-2-1 di Montero. Altra chiave di volta, poi, è stato Bacio Terracino, completamente a suo agio dietro a Lopez e Lescano. Insomma, la Samb, dopo Fano, non è uno squadrone, ma non è certo quella che si dipingeva fino a ieri.

Pierluigi Capriotti