Montegiorgio, 14 maggio 2007 - "NON è stata un’esplosione dolosa e non si è trattato di alcun attentato". Il procuratore della Repubblica di Fermo, Piero Baschieri, è categorico sulle cause che hanno originato l’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio Alessi. Dunque, esclusa l’ipotesi più grave, resta quella dettata da una fatalità. Al momento in Procura è stato aperto un fascicolo con ipotesi di disastro colposo e sono stati inviati tre avvisi di comparizione. «Non c’è alcun indagato per ora – aggiunge Baschieri — e il fascicolo è contro ignoti. Sul caso comunque stanno indagando i carabinieri, coadiuvati anche dalle altre forze dell’ordine».

 

Sabato mattina i vigili del fuoco e gli artificieri dei carabinieri, comandati dal capitano della compagnia di Montegiorgio, Emiliano Pievani, e coordinati dal nucleo operativo provinciale, guidato dal tenente Florindo Rosa, hanno continuato a perlustrare la zona alla ricerca di ordigni inesplosi e di eventuali resti del corpo di uno dei due operai. L’area è stata posta sotto sequestro e i materiali esplosivi residui sono stati stoccati e trasportati in un luogo sicuro.

 

UN SUMMIT in procura per fare il punto delle indagini e per confrontare gli elementi raccolti dai carabinieri e dai vigili nel fuoco in tre giorni di lavoro senza sosta. L’incontro tra il procuratore della Repubblica di Fermo, Piero Baschieri, e gli investigatori è previsto per la tarda mattinata di oggi, dopo l’ispezione cadaverica sui resti dei due corpi delle vittime della tragica esplosione verificatasi venerdì nella fabbrica di fuochi d’artificio Alessi.

 

Intanto i militari dell’Arma dopo aver interrogato i due sopravvissuti al disastro, Paolo Ciotti e Alessandro Carassai, hanno scoperto che nei pressi dell’edificio si trovava anche Emilio Tofoni, 66 anni di Magliano di Tenna, che si era recato a fare visita al titolare della ditta. L’uomo ora è ricoverato al «Murri» di Fermo con una prognosi di 30 giorni. Gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica dell’esplosione e i diversi luoghi in cui si trovavano le sei persone coinvolte. In uno dei bunker che contenevano la polvere da sparo, quello più lontano dal capannone e dove si trovava il 55enne Filippo Gabrielli, c’è stata la prima esplosione. Un’esplosione che ha disintegrato il corpo dell’uomo, di cui al momento sono stati ritrovati solo un piede e parte del cranio. La prima esplosione ne ha innescata una seconda nel vicino deposito dove si stava recando il 52enne Francesco Marucchi, che è morto sul colpo carbonizzato. A metà strada tra i due depositi si trovava il titolare della ditta, Domenico Alessi, ferito gravemente dall’esplosione e che ieri è stato trasferito nel centro grandi ustionati di Padova. I due operai illesi erano nel capannone, a circa 50 metri dal deposito. Il bilancio aggiornato del disastro parla di due morti, 47 feriti, 112 edifici danneggiati, 12 persone evacuate e danni per decine di milioni di euro.