{{IMG_SX}}Montegiorgio (Fermo), 12 gennaio 2009 - Le monache clarisse, da mercoledì scorso, hanno lasciato il monastero di via Ventilio e Montegiorgio ha perso un altro pezzo importante della sua storia. Insediatesi intorno al 1400, le sorelle di Santa Chiara offrivano una discreta presenza spirituale e materiale. I montegiorgesi, e non solo, erano soliti recarsi al monastero per le celebrazioni religiose che si tenevano nell’attigua chiesa, dove faceva tappa anche la processione del Venerdì Santo, e i gruppi parrocchiali della diocesi sceglievano spesso i locali delle monache per i loro ritiri spirituali.

 

Alle porte del convento, situato a pochi passi dal teatro Alaleona e dal monumento ai caduti, si era soliti bussare anche per usufruire dei ricami e altri lavori che le suore eseguivano abilmente a mano, oppure per chiedere qualche squisito dolce che usciva dalla loro cucina o, specie i bambini, i ritagli delle ostie prodotte per le parrocchie della zona. Negli ultimi cinquant’anni però non c’era più stata nessuna vocazione e il numero delle suore si è andato via via assottigliando, causa decesso delle consorelle, fino a scendere al di sotto della soglia minima di cinque necessaria per mantenere aperta la comunità monastica.

 

Così mercoledì scorso, le uniche due suore rimaste, la badessa suor Chiara Raffaella e suor Scolastica (entrata nel monastero montegiorgese nel 1944), sono state trasferite a Urbino. A Montegiorgio, terra dei Fioretti che aveva già vissuto la chiusura del convento dei Cappuccini a pochi passi dal cimitero, è così termimata la presenza francescana, ma il timore è che lo stesso avvenga in tutto il territorio della diocesi. Restano, infatti, aperti soltanto i monasteri di Fermo e Falerone, ma anche qui ci sono essenzialmente suore anziane. I fedeli della media valle del Tenna pregano affinché qualche vocazione possa ancora sbocciare o essere favorita proprio verso l’ordine delle Clarisse.