Fermo, 19 dicembre 2012 - IL GIP di Fermo riapre le indagini sulla morte di Valentina Alleri, 20 anni, e di Giuseppe Santacroce, 51, rispettivamente figlia e compagno della civitanovese Salvina Granata, rimasti uccisi durante l’esondazione dell’Ete Morto il 2 marzo dell’anno scorso.
 

Valentina Alleri e Giuseppe Santacroce, con Silvina Granata, erano a bordo di una Bmw; mentre attraversavano un ponte sull’Ete Morto, poco prima di Casette d’Ete, vennero travolti dalla furia delle acque, e solo la civitanovese uscì viva da quel disastro grazie a un uomo che la trasse in salvo.
Sulla vicenda, il sostituto procuratore di Fermo Luigi Ortenzi aprì un fascicolo a carico di ignoti, ipotizzando i reati di omicidio colposo e disastro colposo. Al termine delle indagini però la conclusione era stata che a causare la morte di quelle due persone era stato un evento metereologico eccezionale, e quindi del tutto imprevedibile: di quel fatto non poteva essere accusato nessuno.
 

Questa conclusione però non è andata giù ai parenti delle vittime. Salvina Granata, difesa dall’avvocato Maurizio Vallasciani, i familiari di Santacroce, assistiti dagli avvocati Federico Valori e Antonio Spalluti, Michele Alleri, padre di Valentina, assistito dall’avvocato Franco Piazzola, hanno presentato una opposizione alla richiesta di archiviazione della procura. Il gip Amato di Fermo l’ha esaminata, e dopo due settimane ha condiviso i loro rilievi, rigettando la richiesta di archiviazione.
 

DA UN LATO, il magistrato evidenzia che potrebbero esserci delle responsabilità per quanto accaduto in capo agli enti incaricati della messa in sicurezza del corso d’acqua. Dall’altro, il gip fa presente che l’alluvione non fu affatto un evento imprevedibile, perché dalla Regione e dalla Provincia erano arrivate numerose segnalazioni di allerta ai sindaci e alla protezione civile; inoltre la zona dell’Ete Morto era notoriamente a rischio idro-geologico: per questo si potrebbero ipotizzare delle responsabilità anche in capo a chi si trovò a gestire l’emergenza alluvione, e che potebbe essere chiamato a rispondere di eventuali omissioni. Gli stessi rilievi erano stati mossi dai familiari delle vittime nell’opposizione all’archiviazione.
La procura dunque ora dovrà fare chiarezza in queste due direzioni, prima di chiudere le indagini.
 

Paola Pagnanelli