A Fermo la maglia nera. Su gli infortuni e i morti

Dal report dell’Inail la nostra provincia registra numeri preoccupanti sia per gli incidenti che per chi esce per guadagnarsi lo stipendio e non torna più.

A Fermo la maglia nera. Su gli infortuni e i morti

Due operai al lavoro in un cantiere

Ancora troppi infortuni sul lavoro, si muore ancora mentre si compie il proprio dovere. È il report del primo semestre dell’anno che nelle Marche vede le denunce di infortunio che si confermano sulla cifra dello scorso anno, 8.376, il 63 per cento dei coinvolti è di sesso maschile, l’80 per cento italiani. Il territorio fermano registra la crescita più pesante rispetto alle altre province, gli infortuni passano da 632 dello stesso periodo nel 2023 a 719 di quest’anno, con un aumento del 13,7 per cento. Rispetto l’età restano emblematici gli incrementi nella fascia fino a 14 Anni di età (da 819 a 894 ovvero + 9.2 per cento); 30/34 anni (da 643 a 668 denunce + 3.9 per cento); 55/59 anni (da 960 a 978 +1.9 per cento.). in generale le denunce riguardano il settore industriale e servizi che rappresentano il 76 per cento del totale. Per quanto riguarda gli esiti peggiori, sono scesi da 10 a 7 gli incidenti tragici, Fermo ne registra purtroppo ben due, già in questi primi sei mesi. Sono di lavoratori Italiani e uomini, tutti accaduti in occasione del lavoro e nel settore industria e servizi; di cui 2 nelle costruzioni. Età media tra i 50/69 anni. Tornano a crescere le denunce di Malattia Professionale protocollate dall’Inail nel periodo in esame, che sono state 4.185 (+391 casi ovvero +10.3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023). Il 91 per cento è del settore industria e servizi, Fermo passa da 494 a 527 denunce per il 2024. I dati dell’Inail, a livello regionale, spiegano che l’11 per cento delle denunce riguardano le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dai tumori. Guido Bianchi, per la Uil, commenta: "Sono denunce presentate all’Inail quindi sono esclusi tutti i casi non soggetti alla assicurazione obbligatoria. Ad esempio i due vigili del fuoco morti mentre spegnevano un incendio non compaiono in questa statistica perché loro, come gli agenti di polizia penitenziaria, pur svolgendo mansioni pericolose non sono assicurati all’Inail. Resta preoccupante il dato degli infortuni in itinere (ovvero quelli con mezzi di trasporto poiché crescono del +14.1%). Confermano la necessità di interventi sulle infrastrutture fortemente carenti sia nella regione, sia nel sud della stessa; carenza che induce tanti lavoratori a recarsi sul posto di lavoro con mezzi propri e quindi con maggiori rischi nel tragitto casa/lavoro".