
Il. blitz della polizia nel quartier generale dei nordafricani a Lido Tre Archi
Undici misure cautelari, di cui sei in carcere e cinque di divieto di dimora e obbligo di firma in questura, ingenti somme di denaro e chili di sostanze stupefacenti sequestrati. Era stato questo il bilancio della maxi operazione messa segno dalla polizia. Un’operazione che aveva colpito al cuore un’organizzazione composta da nordafricani, in particolar modo tunisini, e con il quartier generale a Lido Tre Archi. A conclusione delle indagini i 16 componenti del sodalizio criminale sono stati rinviati giudizio e tutti saranno chiamati a rispondere, a vario titolo, davanti al Collegio penale del tribunale di Fermo di traffico di droga in concorso tra loro, lesioni personali e resistenza a pubblico ufficiale. Erano state decine e decine gli agenti entrati in azione a Fermo e nell’Ascolano sotto la guida del questore Luigi Di Clemente. I poliziotti, con l’ausilio dei vigili del fuoco, avevano fatto irruzione soprattutto in appartamenti occupati abusivamente. C’era è stato bisogno anche del contributo dei veterinari dell’Ast, in quanto molti degli immobili erano presidiati da cani di grossa taglia e piuttosto aggressivi. Fortunatamente non c’erano stati feriti tra gli agenti, tutti gli animali erano stati trattati nel migliore dei modi ed erano stati affidati a strutture specializzate.
Alcuni degli arrestati erano stati sopresi i due appartamenti di Lido Tre Archi, in via Segni e in via Nenni. Altri quattro erano stati individuati a Montegranaro e erano stati fermati all’interno di due abitazioni vicine. Tra questi anche uno dei personaggi di spicco dell’organizzazione. Il blitz aveva interessato anche un casolare di campagna in territorio di Ripatransone, dove avrebbero dovuto alloggiare gli altri due capi del sodalizio criminale. In un primo momento entrambi erano riusciti a scappare, ma erano stati rintracciati qualche giorno dopo.
Durante il blitz erano stati sequestrati quantitativi di eroina, cocaina, hashish e ingenti somme di denaro frutto della vendita della droga. Secondo una prima stima l’organizzazione riusciva a muovere dieci chili di droga al mese per un valore di 500mila euro. Era stato un blitz ben pianificato e studiato da mesi, che era scattato simultaneamente in tutti gli appartamenti presi di mira. Un’operazione massiccia e coordinata alla perfezione dalla Procura della Repubblica di Fermo, che aveva colto di sorpresa i destinatari delle misure cautelari, i quali, nonostante il fuggi fuggi generale, erano stati tutti catturati.
Fabio Castori