A scuola d’estate: il ministro non convince

Docenti scettici sul progetto: "Cospicui finanziamenti più utili per abolire le classi pollaio, potenziare il wifi e i trasporti"

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Una scuola che si fa ponte, da qui al prossimo settembre, per un’estate diversa. È la proposta del ministro all’Istruzione, Patrizio Bianchi, che dedica 520 milioni ad un piano proprio per i mesi che vanno da giugno a settembre, per tenere le porte delle scuole aperte e impegnare i ragazzi in attività belle, intelligenti, nel recupero della socialità persa nei mesi di didattica a distanza. Si tratta di laboratori, momenti di cinema, di arte, di musica, per far crescere gli studenti attraverso la bellezza, dai 3 anni fino alla fine delle scuole superiori. Una possibilità che per la verità poco piace al mondo della scuola, gli insegnanti soprattutto si dicono perplessi, dopo mesi al lavoro a costruire una didattica in nulla inferiore a quella in presenza.

Per le scuole primarie si tratta di uno spreco di denaro secondo l’insegnante Agnese Marconi che commenta: " Ben 520 milioni di euro stanziati per promuovere attività atte a rinforzare e potenziare le competenze disciplinari e relazionali degli studenti, gettando una sorta di ’ponte’ che introduca al nuovo anno scolastico 20212022. Sulla carta sembra una nobile iniziativa ma cosa ci attende all’altro capo del suddetto ponte? Come sarà il rientro a scuola a settembre? Auspichiamo un altrettanto cospicuo stanziamento affinché, in vista del nuovo anno scolastico, vengano finalmente abolite le famigerate classi pollaio, si valutino seriamente soluzioni per spazi adeguati allo svolgimento delle attività didattiche e vengano potenziati i trasporti". Dello stesso avviso, per la scuola media, Marianna Cinti: "Non darei e non darò la mia disponibilità né per me né ci manderei i miei figli: preferisco farli socializzare al mare o all’oratorio, è solo il mio umile e spassionato pensiero, avrei destinato 510 milioni a ben altro nella scuola, non abbiamo ancora il wifi, a volte ci colleghiamo con il nostro telefono in alcune classi pur di sostenere i ragazzi". Per niente convinta anche Barbara D’Abramo, insegnante di liceo: Se devo fare l’animatrice e la baby sitter me lo dicano, lo faccio pure. Poi però penso che ai nostri ragazzi dobbiamo qualcosa di più, gli dobbiamo dare le relazioni, le competenze, i sogni, dobbiamo custodire anche il loro tempo e la loro crescita. Cosa che non si può fare nelle classi con 32 alunni, bisogna mettere mano su questo, per forza". La dirigente del Montani, Stefania Scatasta, immagina un progetto che si possa tarare sulle varie età: "Si potrebbe immaginare qualche attività da fare a fine agosto, all’inizio di settembre, per preparare la ripresa. Non sono così drastica, possiamo studiare insieme soluzioni che facciano bene a tutti, ai ragazzi per primi".

Angelica Malvatani