
La Caritas fa un quadro dell’emergenza povertà: " Ci sono tante situazioni, servirebbe un censimento"
Il viavai di gente che si rivolge alla Caritas per la frutta, la verdura, il pane, è giornaliero: arrivano donne straniere (soprattutto di nazionalità marocchina, qualche tunisino, indiani e pakistani) ma ce ne sono anche italiane che si fermano all’ingresso del Centro Caritas (fortemente voluto e realizzato da don Enzo Nicolini che ne è il presidente), dicono quello di cui hanno bisogno e poi tocca alle volontarie preparare loro la sporta della spesa. "Arrivano liberamente e prendono quello di cui hanno bisogno e che noi abbiamo a disposizione grazie soprattutto al Banco Alimentare" ci raccontano le signore che si danno da fare per accontentare chi arriva alla porta della Caritas. Dal registro dove vengono appuntati i dati dell’attività di solidarietà e di aiuto che l’associazione caritatevole porta avanti ogni giorno risulta che "attualmente abbiamo 150 nuclei familiari assistiti, per circa 490 assistiti" ci dicono. "No, non sono aumentate le persone che stiamo aiutando, ma abbiamo una maggiore presenza di cittadini ‘nostri’, mentre gli stranieri restano più o meno gli stessi" precisano ancora. Chi sono? "Si tratta di gente che ha perso il lavoro, o che ce l’ha saltuario, o famiglie numerose. Ci sono tante situazioni, tanti tipi di povertà che, a volte, non è solo economica". Non si parla di persone anziane perché su circa 500 assistiti una quarantina appena hanno più di 65 anni. Il pacco alimentare viene consegnato ogni mese a persone alle quali è stato chiesto l’Isee, "ma non sarebbe sbagliato chiederlo a tutti non fosse altro per avere un’anagrafica ancora più puntuale della situazione della povertà nel nostro Comune" aggiungono. I prodotti che vengono distribuiti giornalmente vengono da svariati supermercati della zona che hanno rapporti di collaborazione con il Banco Alimentare, "ma ci sono anche i nostri supermercati che quando hanno prodotti in scadenza, anziché buttarli, ce li portano e ci possiamo accontentare altre persone". Quelli che usufruiscono della mensa (solo a pranzo e dal lunedì al sabato) "sono una quindicina e sono ormai degli habitué e sono soprattutto uomini che vivono da soli che qui trovano un piatto caldo, ma anche la compagnia, possono socializzare. E la Caritas diventa anche un momento di incontro e di festa in particolari ricorrenze". Per alcuni è un aiuto la consegna di frutta e verdura, per altri c’è il pacco alimentare, per gli stranieri (meno per gli italiani) è utile il vestiario, oltre all’arredamento, giochi, pentolame e altri attrezzi in buono stato che i cittadini portano alla Caritas, ma ci sono anche situazioni più complicate per le quali le risposte possono darle i servizi sociali "ai quali li indirizziamo facendo da tramite" concludono le volontarie.
Marisa Colibazzi