Fermo, caccia agli abiti sequestrati ai vu cumprà

Gallucci: "Sbagliato dubitare, la verità è che al Ponte non sono ancora arrivati"

Fermo, gli abiti del Ponte (Foto Zeppilli)

Fermo, gli abiti del Ponte (Foto Zeppilli)

Fermo, 15 maggio 2019 - Le giornate si somigliano tutte, eppure sono tutte diverse. Alla mensa del Ponte arriva il disagio vero, quello estremo, le persone che non hanno un luogo caldo da chiamare casa. Richiestissimo il servizio guardaroba, c’è la possibilità di fare una doccia, di riprendere fiato e ritrovare dignità. E proprio il servizio guardaroba è finito al centro dell’attenzione nei giorni scorsi, per una comunicazione del comune di Porto San Giorgio: «Il guardaroba funziona in maniera precisa e organizzata - racconta il presidente Silvano Gallucci - ed è così da anni. Riceviamo da privati e da enti materiale essenziale, calzature, abiti, qualche giocattolo, mai abbastanza per le richieste che abbiamo. Quando si dice che parte del materiale contraffatto sequestrato verrà consegnato a noi, come ha fatto Porto San Giorgio, non vuol dire che riceveremo tutto quello che c’è e tantomeno che ci viene consegnato in automatico. Forse, la prossima settimana arriverà qualche borsa da Porto San Giorgio, ma come sempre si tratterà di generi di prima necessità, che catalogheremo e consegneremo registrando tutto».

Capita che si finisca per aprire una guerra tra poveri, che anche chi può comprarsi un vestito guardi con sospetto le realtà che fanno volontariato: «Sentiamo un clima difficile, da qualche tempo - racconta Gallucci - si finisce per dubitare di tutto e la solidarietà suscita quasi diffidenza. Le persone che lavorano qui sono con noi da anni e possono testimoniare che tutto si svolge alla luce del sole, il materiale che consegniamo è frutto di una selezione che si fa per trovare abiti ancora in buono stato, che possano scaldare le famiglie che si rivolgono a noi. Abbiamo tante coppie con bambini piccoli, moltissimi sono i fermani che hanno bisogno di aiuto, per gli abiti ma anche per gli alimenti, la povertà non è lontana da noi, anche se possiamo fare finta di non vederla. Ecco, allora, che il nostro appello è di andare oltre, di pensare che ci sono persone davvero in difficoltà, ne vediamo arrivare tante e, oltre alle consuete situazioni ben note ai servizi sociali, abbiamo sempre nuove realtà che si affacciano e che cercano qui sollievo e un abbraccio».

Proprio in questi giorni è stata portata dalle forze dell’ordine una persona che dormiva da giorni all’aperto, nei pressi del cimitero, ha potuto farsi una doccia e cambiarsi d’abito proprio grazie al guardaroba del Ponte. Anche i volontari che si fanno vedere da queste parti sono sempre meno: «Una volta avevamo per esempio i nonni che venivano a fare qualcosa qui da noi, oggi i nonni devono sostenere le famiglie. Proviamo a sostenerci con i ragazzi del servizio civile, ma anche qui non è sempre facile. Spesso ci aiutano ragazzi di origine straniera che si mettono a disposizione dei poveri. È una realtà immensa, quella che abbiamo intorno, bellissima, qualche volta faticosa, speriamo nella comprensione di tutti», conclude Gallucci».