Addio al giudice Fanuli "Amico e grande giurista"

È stato trovato morto da alcuni colleghi nella sua abitazione a Pesaro. Fatale un malore. A Fermo lo ricordano con grande affetto e stima

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di Fabio Castori

Cordoglio nel mondo giudiziario: ieri mattina è stato trovato senza vita il giudice Luigi Fanuli. Originario di Tortona, ma ormai marchigiano di adozione, Fanuli è stato trovato morto nel suo appartamento di Pesaro, dove era presidente del tribunale. Le cause sono con ogni probabilità naturali anche se, come da procedura, verrà svolta un’ispezione cadaverica. Il corpo è stato rinvenuto da alcuni colleghi che non lo hanno visto arrivare in ufficio. Fanuli aveva lamentato uno stato di forte debolezza nelle ultime ore, ma era persona molto riservata e nessuno poteva immaginare la gravità dei disturbi. Sul posto, per i rilievi di rito, la polizia. Fanuli era un uomo sempre disponibile e particolarmente stimato dai colleghi per la sua fine e acuta preparazione giuridica. Lascia, a detta di tutti, un grande vuoto. Dopo aver lavorato in pretura a Sant’Elpidio a Mare nel 1987, si era trasferito a Macerata come sostituto procuratore. Quindi una nuova lunga parentesi negli anni novanta a Fermo, dove aveva prima svolto il ruolo di giudice civile quindi quello di presidente della sezione penale. Poi c’era stata la Corte d’Appello e infine la presidenza del tribunale di Pesaro. A Fermo ha raggiunto standard di efficienza da record tanto che si parlò dei numeri del nostro tribunale in tutta Italia. Fanuli è stato anche autore di numerose pubblicazioni in diritto penale, era vivace e pieno di umanità, la sua scomparsa ha causato grande dolore tra i colleghi e gli avvocati delle Marche. Completamente affranto il presidente dell’Ordine degli avvocati di Fermo, Stefano Chiodini: "Era un amico e grande giurista. Aveva qualcosa in più rispetto agli altri, quel qualcosa che rende speciali i fuoriclasse di una categoria superiore. La sua preparazione e la sua conoscenza erano impressionanti: ogni sentenza scritta da lui era come se fosse un libro di diritto". Il Coordinamento delle Camere Penali marchigiane ha voluto esprime il proprio Cordoglio: "Un giurista prima, un giudice poi, di rara profondità intellettuale, di caratura tecnica eccelsa e di una altrettanto unica, umana e concreta attenzione alla comprensione delle vicende delle parti processuali, così garantendo ad imputati, persone offese e difensori il più rigoroso e puntuale rispetto delle regole di diritto". Il presidente della Camera Penale di Fermo, Andrea Albanesi, lo ha conosciuto nel 1992 quando era un giovane praticante avvocato, ma i suoi ricordi più personali sono maturati tra il 1999 ed il 2007: "Fanuli era molte cose insieme. Forse per via delle sue tre lauree, oltre a quella in giurisprudenza aveva infatti conseguito quella in sociologia e in scienze politiche. Avrebbe potuto far pesare la sua cultura, ma spesso la stemperava, dotato com’era di un senso dell’umorismo sagace, ironico e tagliente. L’ultima volta, lo andai sa salutare a Pesaro. Fu felicissimo di vedermi, mi accolse nella sua stanza, ci dilungammo in chiacchiere sugli amici comuni di Fermo, e naturalmente sul campionato di calcio. Poi mi accompagnò alla porta della sua stanza e di scatto, voltatosi verso le impiegate della segreteria, disse con aria truce: ’Se si ripresenta l’avvocato Albanesi buttatelo fuori o chiamate la polizia’. Tra lo sbigottimento delle impiegate, si ritirò spedito, chiudendo la porta, facendomi l’occhiolino. Osservai lo stupore delle impiegate, attonite, e me ne andai ridacchiando, consapevole che anche lui, in stanza, stesse facendo lo stesso".