Giura il sindaco Alessio Pignotti, visibilmente emozionato. Dedica il primo pensiero alla moglie Elisa e ai genitori (presenti tra il pubblico che affolla la sala consiliare), ricorda che la città ha scommesso su di lui e sulla sua coalizione, ribadisce impegno e serietà, e dichiara: "Oggi parte davvero il mio percorso da sindaco". Non illustra le linee programmatiche del suo mandato, ma presenta la giunta e rimanda ai prossimi giorni la comunicazione sulla distribuzione delle deleghe consiliari. La discussione si accende per l’elezione del presidente del consiglio. Il capogruppo di Essere Sem, Matteo Verdecchia propone Alessio Terrenzi "ex sindaco, è il più votato e ha fatto bene". Una proposta attesa e scontata (avallata dai capigruppo consiliari di maggioranza), che non ha impedito agli ex candidati sindaci, Fabiano Alessandrini e Gionata Calcinari, di stigmatizzare "lo sgarbo istituzionale della maggioranza nei nostri confronti. Neanche una telefonata per informarci della proposta, come sarebbe stato lecito aspettarsi considerato che si tratta del ruolo di garante dell’intera assise. Avete i numeri per proporlo e votarlo ma noi rappresentiamo comunque il 60% dei cittadini. Non vi siete degnati di dare una prova tangibile della volontà di collaborare che continuate a sostenere, a parole". Non si scompone Verdecchia: "Che ve lo dicevamo a fare? Si sapeva che avremmo proposto Terrenzi". Dichiarazioni che inaspriscono i toni con la minoranza che annuncia l’astensione. "L’elezione del presidente del Consiglio – fa notare Alessandrini – non è una gara di briscola. E’ una questione di rispetto istituzionale. Non potete agire come se l’amministrazione fosse cosa vostra. E se questo è il vostro modo di fare, sappiate che, d’ora in poi ‘come si suona, si balla’". "Un minimo di collaborazione e rispetto sarebbero stati graditi. Questo vostro modo di fare – insiste Calcinari - è frutto di una attività consolidata anche perché, da questa parte, c’è stato chi ha finto di fare opposizione (leggasi Roberto Greci, FI ora Per Sem, ndr), che ha fatto una scelta innaturale, rinnegando la sua storia per un posto da vicesindaco". Attacchi rimbalzati contro un muro di gomma: non replica Greci, né lo fa Terrenzi che bada ad illustrare le modalità di voto per l’elezione del presidente del consiglio, con qualche imprecisione. "Che importa? – risponde a chi glielo fa notare - Tanto si sa come va a finire". E infatti, alla terza votazione, viene eletto con 9 voti a favore (2 assenti in maggioranza per malattia) e 6 astenuti. Tocca al sindaco Pignotti chiudere, ricorrendo alla diplomazia: "Sarò il primo a cercare il confronto con tutti, e se dovremo fare le 3 di notte per ascoltare le proposte, anche della minoranza, lo faremo". Marisa Colibazzi