La popolazione dei cinghiali selvatici va ridotta per tutelare la sicurezza stradale e non solo, ma anche per dare sostegno alle aziende agricole spesso danneggiate dagli ungulati. Prendendo spunto da queste considerazione, oltre alle segnalazioni di alcuni residenti e un avvistamento personale, l’interrogazione regionale presentata alcuni mesi fa dal consigliere del Partito democratico Fabrizio Cesetti, affinché venissero adottate delle contromisure. "Serve un intervento su tutta la regione – furono le parole utilizzate da Cesetti in quell’occasione - per tutelare la sicurezza delle persone e prevenire i danni alle colture". Ora sembra che quelle sollecitazioni espresse dal consigliere del Pd Cesetti circa la necessità di un intervento da parte della Regione Marche per ridurre la massiccia presenza di cinghiali nei Comuni, abbia raccolto un primo risultato. "L’assessore Andrea Antonini – spiega Cesetti - ha annunciato nell’ultima seduta del Consiglio di aver dato disposizione all’Atc e alla Polizia provinciale di Fermo di dare soluzione definitiva a questo problema nei comuni di Montegiorgio e Monte Vidon Corrado che sta suscitando grande preoccupazione nella popolazione e tra le imprese agricole. E’ positivo che l’assessore Antonini abbia accolto la mia richiesta, ma è urgente che la Regione Marche, come richiesto anche dalla Coldiretti, avvii un’azione più determinata e incisiva nel contenimento della fauna selvatica su tutto il territorio regionale. Si tratta di una questione economica, visti i danni causati alle colture e l’entità dei risarcimenti che la stessa Regione è costretta a sborsare ogni anno, ma è soprattutto una questione di sicurezza per i cittadini e per la circolazione viaria, messa a rischio dalla proliferazione ormai fuori controllo di interi branchi di cinghiali lungo le nostre strade e all’interno dei centri abitati. Non è tollerabile che le persone non si sentano più al sicuro negli spostamenti o addirittura non siano più libere di passeggiare per le vie del proprio paese".
Nelle ultime ore però è emerso anche un secondo problema, sembra infatti, che i cacciatori del territorio non parteciperanno alla stagione di caccia al cinghiale ormai alla porte, questo in segno di protesta contro l’aumento dei costi per le varie autorizzazione, senza contare i costi vivi per attrezzature, munizioni e cani, e ovviamente alle regole che sono a detta dei cacciatori troppo restrittive.
Alessio Carassai