"Giustizia per Osama". Una lunga scia di scritte è stata lasciata ieri notte in corso Cavour, sulle mura del tribunale e a Lido Tre Archi. Obiettivo chiedere giustizia per Jeddy Osama, il 23enne elpidiense di origini marocchine rimasto ucciso durante una rissa consumatosi a Porto Sant’Elpidio. Nel mirino della questura sono finiti due giovani magrebini appartenenti al clan di cui faceva parte Osama e che controllano in parte lo spaccio lungo la costa. Gli accertamenti si sono concentrati anche su altri tre componenti della banda, tutti nordafricani. I magrebini identificati, hanno lasciato scritte in centro a Fermo e sul palazzo di giustizia per poi arrivare a Lido Tre Archi, quartiere dove sono domiciliati tutti i componenti del clan e dove sono stati presi di mira una decina di palazzi. A lanciare l’allarme è stato un dipendente del tribunale che ha sùbito allertato la polizia.
Sul posto sono subito intervenuti gli uomini del Digos, della squadra mobile e gli specialisti della Scientifica. Poco dopo è giunta la segnalazione che le scritte erano comparse anche a Lido Tre Archi. I poliziotti a quel punto hanno acquisito le immagini dei sistemi di videosorveglianza che sono stati fondamentali per identificare gli autori delle scritte, che erano incappucciati ma che, poco dopo, sono stati immortalati senza cappuccio e quindi identificati. Importante anche il rinvenimento di una delle bombolette di vernice spray utilizzate a Lido Tre Archi da parte Gabriele Voltattorni, il presidente del Corta, Comitato residenti Tre Archi: "L’ho notata vicino ad una fioriera e ho subito capito che era stata utilizzata da chi aveva imbrattato tutto il quartiere. Così ho preso un fazzoletto per non inquinare le impronte digitali e l’ho consegnata alla polizia scientifica". Gli specialisti della questura, giunti sul posto, hanno repertato tutto il materiale rinvenuto e chissà che dalle impronte digitali non possa emergere il coinvolgimento di altre persone. Le scritte sono apparse a tre mesi esatti dall’uccisione di Osama, colpito a morte con un coltello da un 34enne marocchino richiedente asilo politico e domiciliato a Porto Sant’Elpidio, città dove era scoppiata la tragica rissa. L’omicida, è stato sottoposto al semplice obbligo di firma, e si trova tutt’ora in libertà. Gli amici della vittima autori delle scritte hanno voluto sottolineare, a loro avviso, la disparità di trattamento riservata all’assassino di Jeddy Osama.
Fabio Castori