Antifascista aggredito a Macerata Pacini tra gli otto a processo

Dallo scontro politico allo scontro fisico, in otto contro uno. Otto componenti di Casapound sono accusati di aver aggredito un esponente del gruppo antifascista ’Antifa’, davanti alla caserma dei carabinieri. Ma loro respingono le accuse. Per ricostruire quanto sarebbe accaduto la sera del 29 novembre 2018 ieri si è aperto il processo a Macerata. All’epoca, in città erano apparse diverse scritte contro uno studente universitario ascolano, Nilo Di Pietro, che anche sotto casa – ma non solo – aveva trovato muri e garage pieni degli inviti a tornarsene nella sua città. Quella sera, un giovedì di novembre, intorno alle 23 davanti alla caserma dell’Arma, si sarebbero incrociati da un lato Marco Di Battita, di ’Antifa’, e dall’altro un gruppo di esponenti di Casapound, Francesco Giuseppe Pacini, 30enne di Porto Sant’Elpidio, Andrea Lamona, treiese 45enne, Carlo Gasparetti, 57enne maceratese, Eliseo Annavini, sarnanese di 23 annni, Alessandro Scafa 32enne, Matteo Vecchi, 36enne di Petriolo, Fabrizio Baioni, 43enne maceratese, e Nilo Di Pietro. Secondo l’accusa, dopo alcuni scambi a parole, il gruppo avrebbe iniziato a colpire con le cinte Di Battista. Nello specifico, mentre gli altri li incitavano, Pacini, Lamona, Di Pietro e Gasparetti avrebbero picchiato con pugni e spintoni l’antagonista politico, causandogli un trauma cranico con ferita e una prognosi di dieci giorni; per questo sono imputati di lesioni. Baioni e Di Pietro sono anche accusati di aver portato senza motivo fuori casa un manganello telescopico. Ieri per loro si è aperto il processo, in tribunale a Macerata. Di Battista si è costituito parte civile con l’avvocato Paolo Cognini. Poi il giudice ha rinviato al 22 giugno, per iniziare a sentire i primi testimoni dell’accusa. Gli imputati respingono le accuse. In ogni caso, di quanto accaduto ci sono anche i filmati delle telecamere che si trovano davanti alla caserma dei carabinieri; le immagini mostrano chiaramente l’accaduto, sarà dunque più semplice chiarire le eventuali responsabilità dei singoli imputati.