Appoggio a Battilà, Lega divisa

La Lega elpidiense avalla la scelta di Gian Vittorio Battilà come candidato sindaco ma, nel farlo, il partito si è spaccato. Uno di questi è Mauro Tosoni che, in qualità di militante attivo della Lega e membro fino a qualche giorno fa del direttivo provinciale, parlando anche a nome di altri iscritti, prende le distanze "da questo modo personalistico e interessato di fare politica" del coordinamento locale e, di conseguenza, sull’endorsement pro Battilà. "Nulla quaestio se chi si è pronunciato, lo ha fatto a titolo personale. Se invece lo ha fatto per conto di un partito, doveva prima coinvolgere chi ne fa parte - dice Tosoni -. Quale Lega ha deciso il candidato sindaco da sostenere? Non ho ricevuto nessuna comunicazione di espulsione da parte della Lega, né comunicazioni di riunioni in cui si doveva decidere sul candidato". Tosoni rivendica l’impegno profuso per campagne elettorali amministrative e politiche nei Comuni limitrofi e i risultati ottenuti, "sempre attivo e impegnato ovunque, tranne nella mia città dove da decenni porto avanti un’attività politica contro il malgoverno del centrosinistra". Questione di metodo, ma non solo: "Apprendo dai giornali che la Lega sostiene un candidato sindaco senza nessuna esperienza amministrativa, un ragazzo che conosco, apprezzo e stimo ma ritengo che, in questa fase storica, vada scelta una figura di riferimento per l’esperienza e le competenze nel governo della città". Secondo Tosoni, invece, prima vengono i programmi, poi il lavoro per trovare la convergenza nel centrodestra e, da ultimo, il candidato. "Mi meraviglio di essere stato escluso da tale decisione ma, nel tempo, questa stessa sorte è toccata a molti altri nella Lega, ragazzi portatori di consenso che ormai militano in FdI, e questo in parte spiega la pesante flessione in città della Lega". Quella di Tosoni è una rivolta "verso i vertici provinciali e regionali visto che quelli locali – è la stoccata – hanno espresso la volontà di escludere chi ha posizioni che non coincidono con i loro obiettivi e gli interessi di alcuni di occupare posti di rilievo più a spallate che per effettive competenze".

Marisa Colibazzi