Area ex stazione Fermo, Temperini. "Non esiste solo il centro"

Il consigliere di maggioranza nel 2001 la definisce un polmone prezioso

L'area ex stazione a Fermo

L'area ex stazione a Fermo

Fermo, 7 ottobre 2019 - L’area ex Stazione Santa Lucia è un’infrastruttura dal forte valore strategico, per la riqualificazione del territorio e rappresenta un’ occasione irrinunciabile per rimettere la scuola al centro dell’agenda politica locale. Ne è convinto Massimo Temperini, insegnante ed esperto d’arte, che torna sul dibattito che sta attraversando la città e raccomanda di ripensare al territorio, ma pensando al futuro dei ragazzi.

«La gestione del territorio – spiega –, l’utilizzo delle risorse, la programmazione procedono secondo scelte accidentali e contraddittorie. L’area della stazione di Santa Lucia dovrebbe essere un prezioso polmone per dare respiro all’asfittica politica scolastica visto che si trova letteralmente accerchiata da strutture destinate allo studio soprattutto alla luce della costruenda sede della scuola media Ugo Betti. Ma è anche senza respiro la scelta della Steat, azienda a partecipazione pubblica, di investire in un luogo che non ha possibilità di ampliamento».

Temperini è stato consigliere di maggioranza nel 2001 e già allora era contrario alla scelta di lasciare il deposito nell’area dell’ex stazione: «È un vizio fermano quello di pretendere che tutto debba insistere sul centro urbano dove esiste un alto tasso di promiscuità tra i vari livelli di viabilità su ruote, di viabilità pedonale, del rispetto del residenziale esistente e dei servizi accessibili e funzionali. Un serio piano di sviluppo e di ammodernamento deve giocoforza contemplare scelte coraggiose se si vuole competere su di un livello di efficienza e di flessibilità».

L’area ex stazione è invece patrimonio dell’intera città dal punto di vista del suo riuso come luogo d’incontro e di memoria: «La scala ‘Besenzanica, l’edificio della vecchia stazione, l’edicola in stile primo Novecento non devono tuttavia essere isolati in una musealizzazione-mummificazione. Essi necessitano di un tessuto connettivo, di un ampio spazio attorno di libera circolazione degli studenti e delle idee». Sul tema si fa sentire anche Articolo Uno della Provincia, con il responsabile Alessandro Del Monte che rilancia la necessità di un tavolo programmatico ed un concorso di idee per definire la questione, partendo anche dalla delocalizzazione della Steat: «Occorreva, vista anche la difficoltà dell’Amministrazione di uscire a testa alta da quella vicenda, ‘obbligare’ il sindaco politicamente a farsi promotore di un accordo di programma serio e concreto nel quale l’area dovesse ritornare pubblica ed a trovare una dignità urbanistica a servizio completo della città. Un accordo di programma che avrebbe visto protagonisti la Steat, il Comune, la Provincia, la Regione Marche, oltre il concorso di idee di tutte le forze più volte richiamate e, perché no, anche istituti di credito pronti a farsi carico di eventuali finanziamenti a tassi agevolati, non dimenticando, che per quell’Area c’è la reale e concreta possibilità di accedere a fondi europei consistenti per la sua riqualificazione».