Fermo, 21 settembre 2024 – Giravano a bordo di un’auto rubata, armati fino ai denti e, presumibilmente, pronti a mettere a segno qualche colpo. Il loro atteggiamento sospetto e quel veicolo rubato non erano però sfuggiti alla polizia, che li aveva fermati ed incastrati. Nei guai erano finiti due tunisini rispettivamente di 35 e 28 anni che, al termine delle indagini, sono stati rinviati a giudizio e quindi davanti al giudice del tribunale di Fermo. Al termine del processo i due sono stati condannati a due anni e quattro mesi il primo e a un anno e otto mesi il secondo per i reati di ricettazione e porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere.
Tutto era accaduto quando gli uomini della squadra mobile di Fermo, durante dei servizi specifici per la prevenzione dei reati predatori, avevano notato presso una stazione di rifornimento carburanti, una Fiat Panda con due uomini a bordo. L’attenzione dei poliziotti era stata immediatamente catturata dal tipo di veicolo, in quanto risultava che tale vettura fosse oggetto di un furto denunciato il giorno precedente, pertanto avevano controllato immediatamente il mezzo e i due occupanti, entrambi tunisini e irregolari sul territorio nazionale.
Per loro era scattata immediatamente la perquisizione e nella disponibilità di entrambi erano stati rinvenuti una mannaia, posizionata sul pianale anteriore del veicolo, oltre a delle tronchesi telescopiche, un martello e due giraviti, presenti all’interno del bagagliaio.
Il martello aveva caratteristiche spiccatamente offensive poiché presentava una delle due estremità in acciaio rinforzata da una vite esposta. Inoltre, addosso ad uno dei due stranieri, era stato rinvenuto un coltello a serramanico di rilevanti dimensioni. Alla richiesta di spiegazioni sul possesso delle armi, i due nordafricani non avevano saputo dare risposte convincenti e per entrambi era scattata la denuncia alla Procura della Repubblica di Fermo per i reati di ricettazione e porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere. Le armi erano state poste sotto sequestro e i due extracomunitari, risultati irregolari in Italia, erano stati denunciati anche per la violazione delle norme inerenti al soggiorno sul territorio nazionale.