Incendio Servigliano, Jennifer è morta tre ore prima del rogo

Per la madre, ancora in carcere, l’accusa diventa di omicidio volontario aggravato. Gli inquirenti vagliano la posizione del padre

La piccola Jennifer

La piccola Jennifer

Servigliano (Fermo), 18 luglio 2020 - La piccola Jennifer, trovata morta mesi fa nella sua casa di Servigliano, è stata soffocata con un oggetto morbido tre ore prima che la mamma simulasse l’incendio per mascherare il più agghiacciante degli omicidi. Quella che fino ad oggi era un’ipotesi ha trovato conferma nel referto dell’autopsia depositato in Procura, che ha fatto scattare per la madre della bambina di 6 anni, Pavlina Mitkova, 38enne di origine bulgara, l’accusa formale di omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela.

Il sostituto procuratore, Francesca Perlini, che coordina le indagini, fin da subito aveva sospettato che si fosse trattato di un delitto, ma, prima di formalizzare l’imputazione, ha atteso il responso dei consulenti nominati dalla Procura della Repubblica, il medico legale Alessia Romanelli, il tossicologo Rino Froldi e l’anatomopatologo Marco Valsecchi. All’unanimità i tre sostengono fermamente che Jennifer era morta da circa tre ore, quando è stata soccorsa in seguito all’incendio della casa di Servigliano, dove viveva con il padre, la madre e la sorellina più piccola.

L’anatomopatologo ha escluso malformazioni congenite o altri tipi di patologia, cancellando definitivamente la possibilità che la piccola possa essere morta per cause naturali. Sul cadavere non sono stati rinvenuti leggeri lividi, ma non grossi segni di violenza. Questo confermerebbe l’ipotesi iniziale secondo cui la bimba potrebbe essere stata soffocata con un cuscino. In considerazione del nuovo capo d’accusa, lunedì mattina si terrà davanti al gip del tribunale di Fermo un secondo interrogatorio di garanzia per la donna difesa dagli avvocati Gianmarco Sabbioni ed Emanuele Senesi.

La Mitkova sarà chiamata a chiarire i tanti buchi neri di una vicenda che sta diventando sempre più agghiacciante. Gli investigatori stanno vagliando anche la posizione del padre della piccola, Ali Krasniqi, di origini kosovare, al quale da sei mesi non è permesso parlare con la figlioletta più piccola, che è stata trasferita in una casa protetta pochi giorni dopo l’omicidio. Gli inquirenti sospettano che il genitore, il quale ha dichiarato che non era presente al momento del delitto, non abbia raccontato tutto di quanto accaduto quella maledetta notte dell’8 gennaio scorso, quando nell’abitazione di Servigliano della famiglia Krasniqi, la mamma di Jennifer aveva lanciato l’allarme poco prima delle tre. La donna era stata arrestata con l’accusa di incendio doloso e morte come conseguenza di altro reato. Da subito i sospetti degli inquirenti si erano concentrati su di lei, quando i vigili del fuoco avevano accertato che il rogo divampato nella cucina dell’appartamento era stato appiccato volontariamente.