Bancarotta, assolto il presidente della Cosmo

Dopo una battaglia giudiziaria andata avanti per anni finisce l’odissea di Mario Marchionni. È stato scagionato con formula piena

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di Fabio Castori

Dopo il fallimento della società di cui era presidente, era stato indagato per bancarotta fraudolenta insieme ad altri sei soci. Alla fine, però, dopo il processo è stato assolto con formula piena perché il fatto non sussiste. E’ finita nel migliore dei modi l’odissea giudiziaria del fermano Mario Marchionni (nella foto), presidente dell’importante impresa edile Cosmo srl.

Si può parlare di odissea, perché Marchionni era finito sotto processo, per lottizzazione abusiva, in un altro procedimento, nato dell’indagine sul cantiere di via Respighi, a Fermo, in cui doveva nascere l’Ipercoop. Anche in quel caso era stato assolto. In entrambi i processi l’imputato è stato difeso dall’avvocato Luciana Tosoni (foto a destra), che all’uscita dall’aula ha espresso grande soddisfazione anche a nome di Marchionni.

"Dalla compulsazione del fascicolo della Procura della Repubblica – spiega l’avvocato –, in sede di esame della documentazione contenuta, erano emerse carenze probatorie e la fragilità dell’impianto accusatorio, risultando evidente che le condotte contestate non erano state commesse dal mio assistito. Il giudice ha così accolto la nostra tesi difensiva anche mutuata dalla puntuale perizia tecnico-contabile di parte le cui risultanze apparivano ab origine irrefutabili. C’è grande soddisfazione da parte mia e di Marchionni per l’assoluzione perché il fatto non sussiste, stante la sua riabilitazione morale e professionale quale ex presidente della Cosmo spa, pur restando incalcolabile il nocumento morale ed economico sofferto".

Infatti, proprio a seguito del sequestro del cantiere di vio Respighi, su cui stava operando la Cosmo, l’impresa era andata in crisi per l’enorme mancato guadagno.

Da allora le banche avevano iniziato a chiudere i rubinetti, fino a quando nel marzo del 2018 era stato dichiarato il fallimento dell’importante società edile quanto mai attiva nel territorio fermano e riconducibile, secondo il giudice, a dei progetti di riqualificazione che avrebbero comportato l’interazione con la pubblica amministrazione.

Il tribunale fallimentare ordinario di Fermo, pertanto, aveva dichiarato ufficialmente la liquidazione dell’azienda.

Sempre all’interno della stessa sentenza era stato nominato il curatore fallimentare che aveva, insieme ad un collega, rinvenuto gli estremi di una presunta bancarotta fraudolenta, in quanto la Cosmo avrebbe concesso delle fidejussioni ad altre società per distrarre, secondo i periti, i beni e il denaro dell’impresa. Affermazioni che in fase processuale non sono risultate vere, tanto che c’è stata l’assoluzione con formula piena.