Bandiera Blu, il Comune torna alla carica

Vesprini inoltrerà in settimana la richiesta alla Fee. Si respira ottimismo per l’assegnazione del vessillo

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Riuscirà il Comune di Porto San Giorgio a riconquistare la Bandiera Blu nel 2023? La questione è di assoluto rilievo perché quel vessillo costituisce il riconoscimento ai Comuni rivieraschi per la qualità delle acque e dei servizi e le misure di sicurezza. Pertanto è uno strumento formidabile da sfruttare nella promozione turistica. E’ stato negato a Porto San Giorgio nel 2019, nel 2020, nel 2021 e nel 2022, a causa degli sversamenti inquinanti a mare verificatisi alle foci dei fossi Valloscura e Petronilla con conseguenti divieti di balneazione che hanno procurato non pochi danni all’immagine della città, tra cui appunto la perdita delle Bandiera. Per riaverla l’Amministrazione deve inoltrarne la richiesta alla Fee, la fondazione che l’assegna, entro il 18 novembre. Ma dal Comune fanno sapere che è già pronta e verrà inoltrata in settimana. Il sindaco Valerio Vesprini si mostra fiducioso che l’istanza vada a buon fine per alcune favorevoli circostanze, a cominciare dal fatto che la scorsa estate non si siano verificati sversamenti inquinanti. Quindi nessun divieto di balneazione e acqua pulita su tutto il litorale. Evenienza non casuale ma conseguenza di un lavoro, per ricercare le cause inquinanti ed eliminarle, effettuato dalla passata Amministrazione insieme a Regione, Arpam, Consorzio Idrico, Capitaneria di porto e Comune di Fermo. Uno sforzo congiunto per eseguire una radicale pulizia di quei corsi d’acqua, controllare la presenza negli stessi di eventuali allacci abusivi studiarne e regolarne il funzionamento. Un intervento di pulizia è stato effettuato anche di recente dall’Amministrazione Vesprini. Altro elemento che concorre favorevolmente alla riconquista della Bandiera l’aver effettuato una nuova suddivisione del litorale di competenza: prima era diviso in tre zone, nord, centro e sud per cui nel caso di un rilevamento non conforme alla foce del Valloscura, gli effetti si risentivano per 300-400 metri su tutta la zona nord dell’arenile e magari l’acqua era incontaminata già a soli 10 metri dal fosso. Allora il litorale è stato suddiviso in più sezioni in modo tale che, in presenza di episodi non conformi alla foce, gli stessi potessero rimanere circoscritti alla sua sezione. Quindi ci sono delle buone possibilità per il recupero del vessillo blu che si affiancherebbe a quelli di cui Porto San Giorgio già dispone: il verde per le spiagge a misura di bambini e il Lilla per le località sensibili alle esigenze delle persone con disabilità.

Silvio Sebastiani