Barche ferme, i ristoratori: manca il pesce fresco

La serrata dei pescatori del mare Adriatico sta mettendo a dura prova i titolari dei locali che si preparano alla stagione estiva: navighiamo a vista

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di Silvio Sebastiani

La serrata dei pescatori del mare Adriatico sta mettendo a dura prova la ristorazione nella nostra provincia, soprattutto ovviamente quella che lavora solo con il pesce. Quello fresco non si trova da settimane e quale alternativa alla chiusura dell’attività per i ristoratori resta il ricorso al prodotto congelato, oppure a quello di importazione.

Pesce grande da forno soprattutto, Di fritturine neanche a parlarne, E’ quanto emerge dalle dichiarazioni di Francesco Rutili dello chalet ristorante ’Quadrifoglio’ a Porto San Giorgio e di Stefano Campanelli dell’omonimo locale, da noi sentiti in merito alla situazione di emergenza conseguente alla protesta dei pescatori che sono all’attracco da 15 giorni per il caro gasolio.

"Il fatto che i motopescherecci non salpino – dice Rutili – ci sta creando non pochi problemi. Non ci sta il pesce nostro che quando vai all’asta vedi, guardi e scegli, per cui tocca prendere quello di importazione che ti arriva un po’ a scatola chiusa e bisogna che lo prendi sperando che i pescatori non continuino perché ho sentito che intendono rafforzare la protesta, andando anche a bloccare l’importazione. Se lo faranno saremmo ridotti proprio male".

A Rutili chiediamo: che qualità di pesce reperite con l’importazione? "Orate, spigole, rombi". Da dove provengono? "Da Grecia, Turchia e soprattutto Croazia". "Naturalmente – gli fa eco Campanelli – c’è difficoltà nel reperire pesce fresco, anche se qualcosa si trova. La situazione è particolare e ai clienti che telefonano per sapere cosa possiamo far trovare loro è difficile rispondere perché vai in pescheria e c’è poco o niente, chiami, fai l’ordine e ti dicono questo non c’è l’altro neppure per cui ci dobbiamo adeguare".

Signor Campanelli, in che senso pensa si debba adeguare? "O chiudi l’attività oppure ti rivolgi a prodotti ottimi, di qualità ma congelati".

Lei non fa ricorso a pesce di importazione? "Ma anche in quello ci sta poco di fresco. C’è pure pesce di allevamento. Pesci grandi come spigole, orate, dentici. Queste specie ci sono sempre ma arrivano da altri canali. Andiamo a Civitanova e di solito ci sono. Poi anche dallo Ionio e dal mare tra la Grecia e l’Africa qualcosa viene perché lì pescano sempre. Quindi qualcosa di fresco giunge ma non è roba nostra. Il cliente chiama e chiede cosa ho di fresco e io non so più cosa dire se si considera che non riesco a reperire neppure una frittura di paranza, che è una cosa abbastanza banale. Insomma, navighiamo a vista". Intato ieri a Roma si è svolto un tavolo sulla pesca presso la sala Cavour del ministero.