Barriere parasabbia per difendere il porto

Il ’pennello’ inserito nel Programma triennale delle opere pubbliche, caccia al finanziamento. Intanto sta per concludersi il dragaggio

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Nel programma triennale 2021-2023 delle opere pubbliche approvato dalla Giunta municipale compare, tre le altre, la ’Realizzazione di barriere parasabbia nel porto’ per una spesa di 500.000 euro. Null’altro viene specificato in merito all’opera in sé, che dovrebbe consistere nella costruzione di un pennello, o moletto parasabbia, mentre per i fondi necessari l’Amministrazione comunale fa affidamento su un finanziamento statale. "Al momento – fanno sapere dal Comune - non sappiamo ancora se ci danno i soldi, ma abbiamo inserito l’intervento nella programmazione triennale perché questo ci consente di avere la precedenza nell’assegnazione".

E’ molto importante che l’infrastruttura venga costruita perché è in grado se non di bloccare quanto meno di limitare l’accumulo di materiale sabbioso ad opera di correnti e mareggiate nel canale di ingresso al porto, provocando la riduzione dei fondali e, quindi, rendendolo inagibile, con la conseguenza di dover eseguire dei costosi dragaggi. Il pennello parasabbia avrebbe proprio il compito di contenere l’accumulo di sabbia riducendo il numero di questi ultimi con risparmi economici non indifferenti. Il pennello dovrebbe sorgere parallelo all’arenile e perpendicolare al molo nord del porto, da cui svilupparsi per 50-60 metri verso nord. Il progetto è quello che la società “Marina di Porto San Giorgio Spa”, concessionaria della struttura portuale, ha presentato in Regione nel 2008 ma che si è arenato dopo una fase istruttoria che aveva portato ad escludere che venisse sottoposto alla Via (Valutazione di impatto ambientale).

Contemporaneamente alla costruzione del pennello parasabbia si dovrebbe smantellare quello esistente perpendicolare all’arenile all’altezza dello chalet Tropical, riusando i suoi massi per la nuova infrastruttura. Intanto, stanno per essere portati a termine i lavori di dragaggio nel canale di ingresso al porto, che prevedevano di estrarre 37.500 metri cubi di sabbia portando i fondali da 1,90 a 3 metri rendendolo così navigabile in sicurezza da barche di qualsiasi pescaggio. Il materiale estratto era destinato al ripascimento di arenile sommerso a Marina Palmense. Costo dell’operazione 446.000 euro. Si tratta di un escavo abbastanza consistente, ma i cui effetti non dureranno all’infinito dato che correnti e mareggiate continueranno ad accumulare sabbia. Ecco allora la necessità di realizzare delle barriere.

Silvio Sebastiani