Il sole che comincia a salire, un silenzio che pare quasi innaturale e dentro tutte le preoccupazioni di chi vive d’estate e di mare. È lo ‘sciopero gentile’ dei balneari che ha visto una massiccia adesione degli stabilimenti di Porto San Giorgio, meno partecipazione c’è stata sulla costa di Fermo, a Lido e a Marina Palmense: gli ombrelloni sono stati aperti alle 9,30, di solito alle 8 tutto è pronto, coi bagnini che hanno già pulito e sistemato la spiaggia. Una decisione presa come gesto simbolico. Romano Montagnoli, dallo chalet Windsurf, ha diffuso il manifesto della protesta che recitava: "Se il Governo e il Parlamento vanno in ferie senza una legge che tuteli la balneazione attrezzata italiana, noi chiudiamo gli ombrelloni". Sui tavoli, qualche fetta di anguria per intrattenere i clienti che amano le prime ore del mattino e che hanno trovato gli ombrelloni chiusi, Montagnoli rappresenta a livello regionale il sindacato Fiba Sib e commenta: "Abbiamo registrato una partecipazione anche oltre le nostre aspettative e da parte dei clienti c’era comprensione e affetto. Io sono molto soddisfatto, mi pare che il nostro gesto simbolico, che non volevamo creasse troppi problemi a nessuno, in questi giorni di piena stagione, abbia avuto un’eco mediatica importante. I nostri meravigliosi clienti hanno capito il nostro disagio dopo 15 anni di attesa, otto governi e 4 legislature che non hanno risolto il problema".
Sono scadute ormai da due anni le concessioni, si deve procedere alle nuove assegnazioni ma non ci si accorda su eventuali prelazioni e sui diritti di chi in questi anni ha investito su strutture e possibilità. Una storia che in Italia riguarda 30mila famiglia, nel fermano sono un centinaio le concessioni, per un’ottantina di famiglie coinvolte. Ci sono tratti di spiaggia che potrebbero essere assegnate e sono ancora libere, certezze da costruire, gare da bandire ma con le giuste regole e un quadro normativo da definire. Tra i clienti chi arriva gusta volentieri la fresca anguria, c’è chi non ha capito il motivo delle proteste, chi ha sentito parlare della Bolkestein ma non ha chiara la questione, chi solidarizza con i balneari e ha spettato con pazienza che si aprisse l’ombrellone, per una nuova giornata di vacanza. Ma c’è anche chi sui social dei concessionari scrive: "Troppi privilegi, troppi anni con canoni di concessione bassissimi, ereditati di padre in figlio. È tempo di rimettere in ordine quello che sembra un vero pasticcio all’italiana", ha commentato un bagnante.
Angelica Malvatani